Incorniciata dalla vetrata del soggiorno, Formentera è un acquerello dai colori sfumati: l’azzurro del cielo a tratti striato di bianco, il mare blu cobalto, le infinite tonalità di verde della macchia mediterranea, le terra ocra e, sullo sfondo, i profili delle altre isole disegnati, come un tratto a matita, sull’orizzonte. Siamo a Cap de Barbaria, sul lato di Formentera che guarda il tramonto e l’isolotto di Es Vedrà. Da qui la Isla appare in tutto il suo selvatico splendore: gli aperitivi in spiaggia, gli sciami di motorini e i sofisticati ristoranti di Es Pujols sono a una manciata di chilometri; questa, però, è un’altra storia.
Villa Lentisco si confonde nella vegetazione come se anche lei fosse spuntata dal terreno all’improvviso, in una mattina di primavera.
L’architetto Federico Ferrari l’ha immaginata così fin da quando, nel 2012, ha scoperto questo pezzo di terra: «La mia idea era realizzare una costruzione bassa, come quelle tipiche dell’isola, e lunga, per creare un effetto cannocchiale che proiettasse lo sguardo verso il mare», spiega. Per realizzare il progetto gli ci sono voluti quattro anni e il supporto dell’architetto locale Tomás Alonso, che sull’isola tutti conoscono come «Nacho».
I volumi squadrati e l’uso del cemento a vista – chiaro richiamo all’architettura brutalista – rispondono al bisogno di creare una struttura lineare, senza orpelli, che potesse fondersi armonicamente con il paesaggio. All’esterno, parte della facciata è rivestita di pietra locale recuperata dagli scavi del terreno.
«Formentera è un po’ come una barca a vela: il vento soffia costantemente, le notti sono umide, l’acqua si prende dai pozzi e deve essere desalinizzata. Si vive in modo semplice, a contatto con gli elementi naturali».
Fulcro della casa è la grande sala incastonata tra pareti vetrate che si aprono su due ampi patii, prolungamento en plein air dell’area living. L’edificio – suddiviso tra corpo principale e dépendance e dotato di un piano interrato – si sviluppa su oltre 500 metri quadrati, aprendosi in un’infinità di camere da letto, terrazze e verande (per altri 245 metri quadri) che offrono scorci sempre diversi. L’arredamento mixa mobili su misura, pezzi industriali e arredi vintage che l’architetto ha scovato e collezionato negli anni: ci sono i divani di Osvaldo Borsani, le lampade di Sergio Mazza, le poltrone di Gianni Moscatelli e tantissime altre chicche di modernariato che evocano l’atmosfera di certi interni milanesi, creando un contrasto – ben riuscito – con l’anima hippie di Formentera.
Il tramonto è il momento più atteso a Villa Lentisco. Allora basta salire i gradini immacolati della scala esterna che conduce sul tetto per ammirare i mari che bagnano Formentera su ogni lato – da Es Calò alla Playa de Migjorn, da Cala Saona al porto di La Savina – e salutare il sole mentre si tuffa in acqua.
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