«Questa copertina è il momento più bello degli ultimi anni», racconta sul numero di Vanity Fair in edicola dal 30 settembre l’attrice e conduttrice Vanessa Incontrada che in cover si mostra completamente nuda. «È il punto d’arrivo che vede il mio corpo diventare un messaggio per tutte le donne (e per tutti gli uomini): dobbiamo tutti affrontare, capire e celebrare una nuova bellezza». Con orgoglio e coraggio, l’artista insieme a Vanity Fair diventa l’emblema della body positivity, movimento che mette al bando il body shaming, ovvero ogni forma di bullismo contro il corpo e le sue forme, promuovendo al contrario un’idea di bellezza più inclusiva. «Nessuno mi può giudicare» recita lo strillo sulla cover: è il messaggio che il giornale veicolerà anche sui suoi canali digitali con un video-monologo scritto dall’attrice più una serie di incontri, dibattiti e interviste sui propri canali social e sui sito vanityfair.it.

«Abbiamo voluto questa copertina e abbiamo chiesto a Vanessa Incontrada di posare nuda per noi per riflettere sul tema della Body Positivity e sulle implicazioni del concetto classico di bellezza sulle nostre vite», dichiara il direttore di Vanity Fair Simone Marchetti. «La questione è complicata, vede il corpo delle donne in prima linea e annovera tutto quello che ci è stato insegnato con libri, spot, film, moda, cartoni animati e condizionamenti sociali, culturali e famigliari dagli anni Cinquanta a oggi. In fatto di bellezza, oggi sta succedendo quello che è successo alla terra dopo la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo: là dove si pensava finisse il mondo, ne è iniziato un altro. E là dove si pensava finisse la bellezza forse e finalmente ne sta sorgendo una tutta nuova».

Nell’intervista rilasciata al direttore del settimanale Vanessa Incontrada racconta l’inizio di tutte le critiche: «Nel 2008 ho avuto mio figlio Isal. La maternità, come per altro succede a tutte le donne, trasforma il tuo corpo. E il mio si trasformò molto. Partirono le critiche. Critiche feroci. Critiche crudeli. Si dice sempre, che i peggiori attacchi arrivino da chi conosci. Io non la penso così: le parole che mi ferirono di più arrivarono da chi non conoscevo. Ero delusa, ferita e disorientata: ma perché essere così cattivi?». E continua: «A volte prendi peso, altre lo perdi. Un mese sei in dieta e vuoi perdere quei tre chili, un altro ti senti a posto con te stessa. Siamo donne, il nostro corpo funziona così. È naturale, va accettato e va soprattutto rispettato. Nessuno ti può né ti deve giudicare».

Vanessa Incontrada, poi, spiega il momento in cui ha fatto pace col suo corpo: «Ho finalmente capito che la battaglia del corpo non riguardava più me ma tutte le donne. E che se potevo mettere a disposizione di altre la mia esperienza, be’ era arrivato il momento di farlo». Sul tema, infine, intervengono altre scrittrici e storiche del costume. Tra loro, la scrittrice Barbara Alberti, che riflette sulle dittature estetiche, da quella della magrezza alle esagerazioni femministe; la scrittrice Teresa Ciabatti che racconta la sua storia di dimagrimento e autostima; Maria Luisa Frisa, critico e fashion curator, che esamina il superamento dell’idea stereotipata di bellezza; e Sara Gama, capitana Juventus Women e Nazionale calcio femminile. Simbolo di body positivity, poi, sono anche le 12 modelle scelte per un servizio di moda che celebra la bellezza non convenzionale e fuori dagli
schemi.

Completano il numero l’intervista al premio Nobel per la Letteratura Olga Tokarczuk che racconta come la lotta al patriarcato si faccia anche attraverso la lingua; un’intervista ad Alessandro Gassman, acclamato protagonista alla Mostra del cinema di Venezia di «Non odiare», che racconta il rapporto padre e figlio, nei fili delle relazioni con il padre Vittorio e il figlio Leo; e il reportage fotografico di Marta Bellingreri che ripercorre la storia di un circo, che la pandemia blocca in un paesino del messinese, e cambia la vita degli abitanti per sempre.

Vanity Fair per l’occasione organizza il suo primo webinar, una tavola rotonda che coinvolge personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e del mondo dei social per parlare di Body Positivity e innescare una conversazione sul tema. La tavola rotonda sarà aperta al pubblico che potrà partecipare con domande e riflessioni, e sarà moderata dal direttore Simone Marchetti. Il video della round table sarà poi disponibile sul sito di Vanity Fair e sui canali social del brand. A questo si affiancano 12 interviste fatte a donne che con la loro bellezza fuori dagli schemi raccontano di come cambia e si evolve il concetto di bellezza per renderlo contemporaneo e inclusivo.

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