Capolavori della Collezione Emil Bührle
Capolavori della Collezione Emil Bührle
Capolavori della Collezione Emil Bührle

Van Gogh, Degas, Renoir, Monet, Cézanne, Gauguin… Sono solo alcuni tra i protagonisti della grande mostra che dal 10 maggio al 30 agosto il MASI di Lugano dedicherà ai capolavori della collezione Emil Bührle. Costituita tra il 1936 e il 1956 dall’imprenditore Emil Bührle, questa raccolta rappresenta uno dei nuclei più importanti al mondo di opere dell’Impressionismo e del Post-impressionismo.

Originario di Pforzheim, in Germania, dove nasce nel 1890, Emil Bührle si stabilisce in Svizzera negli anni Venti. Intraprende studi di Filologia e Storia dell’arte ai quali rapidamente si appassiona. Si trasferisce a Zurigo nel 1924 e prende la guida della fabbrica di macchine utensili Oerlikon, diventandone proprietario unico nel 1937. Grazie al successo della sua attività imprenditoriale Bührle inizia a dare forma alla sua collezione d’arte, arrivando ad acquisire fino a 100 opere l’anno.

Quest’anno, in attesa di vedere i capolavori della sua raccolta (conta circa 600 pezzi) riuniti nella nuova ala del Kunsthaus di Zurigo (a partire dall’autunno 2021), eccone una selezione raffinata in mostra al LAC di Lugano, polo espositivo che è sede del MASI, il Museo d’arte della Svizzera italiana.

Curata Tobia Bezzola, direttore del MASI, la rassegna allinea capolavori quali La petite Irène di Renoir (1880), Le Garçon au gilet rouge (1888-1890) di Cézanne e Danseuses au foyer (1889 ca.), la figura bronzea della Petite danseuse de quatorze ans (1880- 1881) di Degas. Oltre a dipinti chiave di Monet tra cui il paesaggio dipinto en plein air di Champ de coquelicots près de Vétheuil (1879 ca.); o ancora Le jardin de Monet a Giverny (1895); fino ai soggiorni londinesi, durante i quali l’artista dipinge opere come Waterloo Bridge (1899-1901), nelle tonalità fredde dei blu e dei gialli, a testimoniare l’influenza di Turner e Whistler.

HIGHLIGHT: Le ninfee di Monet della Collezione Emil Bührle

L’opera di Claude Monet Le bassin aux nymphéas, reflets verts fa parte degli oltre 40 pannelli di grande formato che l’artista ha realizzato durante la preparazione del ciclo oggi esposto all’Orangerie di Parigi. Nel 1951, infatti, Emil Bührle incontrò Michel Monet, il figlio dell’artista, a Giverny. All’epoca, Bührle stava finanziando la nuova ala del Kunsthaus Zürich, per la quale aveva pianificato l’acquisto e la donazione di due tele del ciclo delle Ninfee. L’anno seguente avrebbe acquistato un terzo dipinto, ovvero quello che sarà esposto al MASI: un’intuizione della sua formidabile sensibilità di collezionista, tra i primi a riconoscere il valore delle tele che si sarebbero rivelate fondamentali per la storia della pittura moderna.

Claude Monet, Le Bassin aux nymphéas, reflets verts 1920/1926 Olio su tela 200 x 425 cm. Collezione Emil Bührle_Foto: Kunsthaus Zurich, Zürich.

“Monet, Cézanne, Van Gogh… Capolavori della Collezione Emil Bührle”
Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano | sede LAC
10 maggio – 30 agosto 2020

 

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