Bulgari Hotel Roma
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Un palazzo costruito tra il 1936 e il 1938 su progetto dell’architetto Vittorio Ballio Morpurgo. La costruzione razionalista si affaccia su due dei monumenti più iconici di Roma, l’Ara Pacis e il Mausoleo di Augusto. Come è avvenuta la scelta di questo luogo straordinaria?
«Il segreto del successo dei Bvlgari Hotel è sempre stato legato alla location. A Milano abbiamo un giardino nel cuore del quadrilatero della moda; a Dubai abbiamo costruito un’isola. Anche in questo caso volevamo trovare un sito incredibile, e ci siamo riusciti. Che cosa c’è di più straordinario della tomba del primo imperatore della città? La piazza circostante è unica al mondo, e riassume la storia architettonica di due millenni. I nostri ospiti potranno ammirarla comodamente dalla finestra delle loro camere (114 stanze, la maggior parte delle quali suite, ndr); nel cuore pulsante del quartiere Campo Marzio, a pochi passi da Via del Corso e Via del Babuino, dall’iconica Piazza di Spagna e dalla storica boutique Bvlgari di Via Condotti».

Come descriverebbe il progetto in 5 parole chiave?
«Imperiale; unico – mai la città di Roma ha avuto un albergo con questo livello di lusso –; storico non solo perché è di fronte alla tomba più famosa dell’Occidente, ma anche perché si trova in un palazzo anni ’30 protetto dalle Belle Arti, patrimonio artistico della stessa città; grandioso (abbiamo suite che vanno dai 60 agli oltre 400 metri quadri); panoramico – ci sarà il terrazzo più spettacolare nel centro città, con una vista a 360 gradi)».

Quale sarà lo stile dell’interior design e come si integrerà con la città?
«Da una parte ci sarà il il filo conduttore stilistico inaugurato nel 2004 con il progetto Milano dallo studio di architettura Antonio Citterio Patricia Viel, che sfrutta materiali come travertino e legno. Dall’altra, ci sarà il fortissimo heritage romano che sarà messo in risalto dall’uso di marmi e dalla realizzazione di incredibili mosaici, dalla Spa di mille metri quadrati che sembreranno Terme di Caracalla. Ci sarà anche uno spazio aperto al pubblico con un bar e una biblioteca ricca di libri sull’arte, sulla Dolce Vita e sui gioielli, che diventerà un centro di incontri culturali».

Jean Christophe Babin, Amministratore Delegato di Gruppo Bvulgari 

Il Covid19 ha cambiato per sempre il mondo dell’hôtellerie. In che modo gli hotel potranno garantire sicurezza e farci sentire come se fossimo a casa?
«Abbiamo imparato a sanificare tutto alla perfezione. Il vantaggio di costruire un hotel nuovo è la possibilità di utilizzare materiali di facile igienizzazione. Bvlgari è in prima linea nella lotta contro il Covid19: abbiamo creato il fondo Bvlgari Virus Free per supportare la ricerca scientifica dell’ospedale Spallanzani e della Oxford University nella lotta alla pandemia e ci sono tantissimi altri progetti sul fronte emergenza sanitaria. Ipotizziamo che nel 2022 la situazione sarà sotto controllo e torneremo alla normalità».

L’idea della ‘Reading Room’ è davvero unica e speciale. Pensate di replicarla anche nei prossimi progetti, o magari anche nei negozi?
«Non penso, perché ciascun progetto deve avere un fil rouge, qualcosa di speciale che ti faccia sentire subito in un Hotel Bvlgari. A Milano abbiamo giocato sul minimalismo, a Bejing abbiamo aggiunto richiami alla Via della Seta… Ogni dettaglio è pensato ad hoc per la clientela locale. Ha idea di quanti milanesi nel week-end vengano a dormire in hotel o si concedano una cena romantica?»

Ha dichiarato che Bvlgari “vuole riscrivere la storia dell’ospitalità di lusso nella città di Roma”. In che modo?
«L’ospitalità romana è famosissima in tutto il mondo e vogliamo portarla a un livello di lusso mai raggiunto prima nel settore alberghiero, sia in termini di infrastruttura che di servizio, che sarà sempre più professionale ed empatico. Un concept di ultralusso di nuova generazione, che non è più rigido ma rilassato, piacevole senza perdere la sua esclusività. Roma avrà il vantaggio di essere il nostro decimo hotel e di godere di tutta la nostra esperienza maturata sul campo».

Quella tra Roma e Bvlgari è una grande storia d’amore. Che rapporto ha lei con questa città?
«La amo tanto e la critico poco, probabilmente la vedo con gli occhi di un innamorato. Ho aggiunto Roma al logo di Bvlgari perché essere romani è una fonte di orgoglio. La Città Eterna ha influenzato tutto l’Occidente: l’architettura, l’arte, il diritto, la lingua, la religione. Per me è un punto di riferimento culturale e le ridaremo tutto il suo splendore e l’immagine che merita».

Il futuro è sempre più votato al green. Nei Bvlgari Hotel- nello specifico questo di Roma ci sarà un occhio di riguardo verso la sostenibilità?
«Siamo molto attenti a questo tema: siamo partiti con l’eliminazione della plastica, processo ancora in corso (dagli spazzolini ai dispenders). Il sistema di illuminazione stesso è stato concepito per ridurre i consumi dell’80 per cento. Una struttura pre-esisente non ti consente di modificare molte cose, ma abbiamo cercato sempre di fare del nostro meglio».

Con il lockdown le persone hanno riscoperto – amato e odiato – i propri spazi domestici: questo cambierà la fruizione degli hotel?
«In questi mesi c’è stata anche un’esplosione del digitale: la curiosità e l’interesse per i viaggi crescerà sempre di più, raggiungendo i massimi livelli. Non ho il minimo dubbio sulla ripresa del turismo – quello che ti dà esperienze memorabili nel mondo -, che è esattamente il territorio in cui si collocano i Bvlgari Hotels».

Prossimi step?
«Sta per partire un progetto titanico: abbiamo appena firmato una convenzione per dare nuova luce con un relamping all’Ara Pacis (con una donazione di 120mila euro, ndr). Siamo lieti e orgogliosi di contribuire a valorizzare la bellezza di un monumento così iconico che celebra la grandezza di un imperatore il cui raffinato senso estetico ha guidato la radicale trasformazione architettonica e urbanistica della città, proiettandola nel nostro passato, presente e futuro. Ma nel nostro obiettivo non c’è soltanto Roma, da qui al 2022 apriremo altre 3 strutture: Parigi, Mosca e Tokyo. Poi, partiremo alla conquista dell’America».

 

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