Christopher Thompson Royds
Christopher Thompson Royds
Christopher Thompson Royds
Christopher Thompson Royds

I lavori del jewel designer Christopher Thompson Royds sono oggetti preziosi da indossare ma anche piccole sculture, al tempo stesso sentimentali e contemporanee: orecchini e collane che riproducono le forme e spesso i colori della Natura, ma in modo sottilmente antinaturalistico. Un progetto che assimila il lavoro di Thompson Royds all’arte contemporanea.

«Quando mi sono diplomato al Royal College of Art di Londra (2010) il mio lavoro era più astratto: il concetto centrale era quello di “peso”, i miei pezzi erano d’oro e di piombo. Era un lavoro decisamente concettuale», spiega.

Nel 2012 gli viene proposto di prendere parte a una mostra collettiva sul tema dei fiori nell’arte del gioiello: è stata la scoperta di un nuovo mondo di ispirazioni. Le immagini della gallery provengono da due cicli di lavori: Natura Morta (dal 2014 a oggi), che rievoca l’uso di seccare i fiori tra pagine di libro; e Against Nature, serie iniziata nel 2018, piccole sculture che raffigurano piante, dove le corolle si staccano e si indossano come orecchini. «Entrambe le serie sono, per me, piccoli paradossi. La bellezza di un fiore è passeggera; se lo cogli, muore; i materiali di un gioiello, invece, possono durare per millenni».

Lo spunto che ha dato origine a Natura Morta è stato una visita al Museo di Storia Naturale di Londra: «Nel loro Erbario hanno decine di cartelle in carta marmorizzata donate dai primi collezionisti di piante, come Hans Sloane che aveva raccolto campioni nei suoi viaggi ai Caraibi. Ci sono esemplari che hanno duecento anni e sembrano freschi come il giorno in cui sono stati raccolti. Questa longevità metteva in discussione la loro fragilità intrinseca. Mi hanno affascinato. Vederli è stato un eureka moment».

Così è nata l’idea di creare una versione preziosa e contemporanea di questi fiori. Il procedimento è manuale: Thompson Royds ritaglia da fogli d’oro 18k sottili come carta le silhouette di veri fiori raccolti da lui e poi essiccati. Per dipingerli usa smalti da carrozzeria («Sono resistenti e mi piace il fatto che mettano in discussione la preziosità dello smalto tradizionale»). I fiori così ottenuti poi sono legati insieme come si farebbe con fiori veri per farne una coroncina. Il gioiello viene poi presentato in una cartella in carta marmorizzata, come quelle dell’erbario al museo.

La serie Against Nature va oltre, esplora l’idea di un oggetto da interpretare con più chiavi di lettura. Sono sculture di piante a grandezza reale, in oro 18k, che danno immortalità alle specie che si trovano ai limiti dei campi, in quella zona di margine tra la natura allo stato originario, selvaggia, e la terra coltivata.

«Considerate erbacce​, queste piante sono spesso trascurate. Le ho ricreate utilizzando lamine e fili d’oro, per celebrarle e concentrare l’attenzione sulle loro intrinseche qualità scultoree. Ma questa sorta di tocco di Re Mida le intrappola, non possono più cambiare. Sono al tempo stesso naturali e innaturali. Per migliaia di anni i fiori sono stati usati per adornare l’umanità: con questa serie di lavori provo a restituire il favore».

Da queste piante si staccano dei pezzi che diventano orecchini, spille o pendenti. Per farlo il gesto è semplice, come quello usuale di staccare una corolla dalla pianta: «Un rituale semplice ma che, per me, va alla radice stessa del concetto di gioiello. Sono cresciuto in campagna, e i primi gioielli che ho creato erano collane di margherite. Adesso le faccio ancora, ma d’oro».

Il lavoro di Christopher Thompson Royds è nelle collezioni di molti musei nel mondo: Victoria & Albert Museum (Londra), CODA Museum (Apeldoorn), Landesmuseum (Zurigo), Museum of Fine Art (Houston), Rotasa Collection Trust presso il Cooper Hewitt Museum (New York).

 

www.christopherthompsonroyds.com

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