Il COVID-19 sta costringendo l’economia globale ad affrontare un fenomeno tanto grave quanto inatteso. L’impatto che il virus produrrà sull’economia del pianeta risulta pressoché impossibile da valutare al momento, essendo lo stesso influenzato da più variabili al momento difficilmente pronosticabili: la durata dell’epidemia nel nostro Paese, la portata delle misure di rimedio che verranno intraprese e lo sviluppo del virus nel resto del mondo.
In un momento di così grande incertezza si sviluppano iniziative di collaborazione e salvaguardia anche tra soggetti che normalmente animano una salutare competizione di mercato, ma che sanno interpretare la delicatezza del momento e sentono forte il desiderio di federare i loro sforzi in obiettivi comuni e di sistema.

È con questo spirito che un gruppo di aziende del settore Arredo e Design, insieme a Federlegno, richiamano a gran voce l’importanza di tornare a produrre dal 20 Aprile. Insieme hanno stabilito nelle settimane scorse un nuovo livello di dialogo. Una chat iniziale tra pochi soggetti si è trasformata in un tavolo di lavoro digitale al quale partecipano appassionatamente alcune tra le più importanti aziende del settore: B&B Italia, Bisazza, Boffi, Cappellini, Cassina, Flexform, Giorgetti, Minotti, Molteni Group, Poltrona Frau.

Luca Fuso, Chief Executive Officer di Cassina

«In questa situazione senza precedenti ci troviamo tutti nella stessa condizione. L’unione fa la forza, quindi abbiamo voluto creare una voce corale per portare avanti la nostra posizione. Sempre avendo in mente il rispetto per la salute e la sicurezza dei nostri dipendenti, abbiamo messo in sicurezza le nostre fabbriche e attivato tutte le misure per poter riprendere a produrre immediatamente. In questo momento così difficile, ripartire è fondamentale per poter mantenere la leadership nel mercato, anche poche settimane di ulteriore chiusura possono provocare danni enormi», sottolinea Luca Fuso, Chief Executive Officer di Cassina. 

Il primo risultato tangibile del gruppo è stato un documento redatto ormai 2 settimane fa come richiesta di moratoria sul prezzo degli affitti per tutti gli immobili commerciali attualmente chiusi. Le aziende hanno proposto di giungere ad un accordo che riducesse del 50% il costo degli affitti da Aprile a Dicembre 2020. La richiesta è stata subito inviata a tutti i proprietari degli immobili commerciali occupati nel mondo e costituisce oggi uno strumento importante ed una buona base di discussione.
Il principale obiettivo oggi del gruppo, e dell’intero settore, è quello di garantire la ripresa produttiva prevista oggi per il 20 Aprile anziché il 4 Maggio come è attualmente previsto. Vi riportiamo qui i principali punti del Manifesto.

PERCHÈ È IMPORTANTE RITORNARE A PRODURRE
L’andamento dei contagi sta finalmente dando qualche segnale positivo e incoraggiante. È venuto il momento quindi di iniziare a pensare ad una nuova fase, che consenta agli Italiani di ritornare alla loro vita, sociale e produttiva, pure certo nel rispetto massimo di tutte le contromisure che occorrerà prendere a causa di COVID-19. Una delle decisioni più urgenti da prendere nei prossimi giorni riguarda l’attesa ripresa produttiva del Paese, prevista adesso per il 14 di Aprile. Si tratta di una scelta molto importante, quasi decisiva, che inciderà profondamente sul futuro industriale, economico e sociale del nostro Paese. Continuiamo a sostenere la centralità del settore manifatturiero in Italia ma giova qui ricordare che nel 2017 abbiamo perso la seconda posizione nella classifica Europea, a lungo mantenuta secondi solo alla Germania, a favore della Francia. È bene quindi che tutti insieme si affronti il tema del ritorno al lavoro con l’importanza che tale decisione impone, per evitare che una grandissima tragedia umana e sociale si trasformi in una conseguente tragedia industriale ed economica, che falcidierebbe sul campo migliaia di imprese e cancellerebbe centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Il settore Arredo e Design costituisce uno dei 3 settori strategici della produzione Italiana. Con la forza delle sue 20.000 imprese attive e 130.000 addetti primari, il settore sviluppa 23 MLD di fatturato con un export che supera il 60%. Se volessimo considerare l’intera filiera Legno-Arredo allora parleremmo di 75.000 imprese attive con 315.000 addetti per un fatturato di 43 MLD.

Poltrona Willow di Charles Rennie Mackintosh nella falegnameria di Cassina.

Ci sono diversi motivi che animano la richiesta degli imprenditori di questo importante settore di poter riaprire presto gli impianti fermi.
La salute al primo posto. Le fabbriche sono luoghi sicuri, occorre ribadirlo. Seguendo, e spesso superando, i protocolli di sicurezza i nostri impianti sono oggi luoghi sicuri grazie a layout produttivi che rispettano il distanziamento sociale, misurazione della temperatura attraverso moderni termo scanner, consumo di pasti distribuiti individualmente evitando così temporaneamente la frequentazione delle mense, l’utilizzo di mascherine delle classi idonee, l’utilizzo di camici e guanti laddove previsto, la regolare sanificazione degli ambienti attraverso i più moderni sistemi disponibili. Le aziende del settore dialogano costantemente con le autorità e sono attente e disponibili a valutare l’introduzione di norme e presidi che vadano anche oltre quanto previsto per legge.
Quando un operaio si reca in fabbrica oggi sa che sta entrando in un luogo controllato e sicuro come, e forse addirittura di più, la propria abitazione o il supermercato dove si reca regolarmente a fare la spesa.
Vale la pena anche di ricordare che i nostri stabilimenti sono ubicati in zone suburbane, in paesi che consentono alle nostre maestranze di poter raggiungere il luogo di lavoro in maniera autonoma, spesso addirittura a piedi oppure in bicicletta, senza dover quindi utilizzare i mezzi di trasporto pubblico.

Nicola Coropulis, CEO di Poltrona Frau

“Ci siamo mossi per tempo all’emergere dell’epidemia e oggi siamo perfettamente attrezzati da un punto di vista di protocolli di sicurezza, dotazione di dispositivi di protezione e misurazione della temperatura, sanificazione degli ambienti di lavoro e distanziamento delle postazioni per riprendere le attività in tutta sicurezza. Anche le nostre maestranze, protette da un’assicurazione accesa per tutti i lavoratori di Lifestyle Design Group, sostengono questa posizione». Nicola Coropulis, CEO Poltrona Frau. 

La produzione da Poltrona Frau

 

La necessità del lavoro. Le nostre imprese competono ormai da decenni in un mercato globale, popolato da competitori globali. Questo mese di necessaria chiusura ha comportato l’impossibilità per le nostre aziende di rispettare commesse siglate ed onorare termini di consegna delle merci previste negli ordini e nei progetti. Possiamo ancora recuperare questo ritardo riaprendo il 14 Aprile e lavorando sodo nei prossimi mesi. I nostri clienti ci preferiscono per la bellezza e la qualità dei nostri prodotti, saranno comprensivi e sapranno attenderci.
Ma se la chiusura dovesse protrarsi ulteriormente allora la tenuta del sistema industriale sarà messo davvero a dura prova. Molti nostri competitori, ad esempio in Germania e Scandinavia, continuano infatti ad operare regolarmente in queste settimane. Sollecitati da grandi developers o clienti internazionali garantiscono produzione e tempi di consegna certi accaparrandosi commesse ed ordini altrimenti nostri. I loro prodotti prenderanno prima il nostro posto in progetti indifferibili nel tempo, poi magari anche nei negozi multi marca nel mondo. Migliaia di ordini verrebbero persi o cancellati. La ripresa, quando avverrà, sarà caratterizzata da un monte ordini (backlog) molto basso e da una situazione finanziaria gravemente deteriorata. Per molte aziende del settore ciò significherà non riuscire più a ripartire. Potremmo perdere il 20-30% del nostro patrimonio industriale ed assistere a gravissimi danni della filiera di sistema. Tutto ciò si tradurrà inesorabilmente nella perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. Potremmo impiegare 20-30 anni a recuperare ciò che potremmo perdere in poche settimane.

Matteo Galimberti, membro del CdA e Direttore Vendite Italia Flexform.

«Quello che mi preme sottolineare è che in un settore nel quale normalmente è difficile trovare una mediazione tra soggetti che sono animati dalla competizione, abbiamo trovato invece un’efficace sintesi che si esprime all’unisono e che si riassume nella voglia di rimboccarsi le maniche e ripartire, possibilmente già dalla prossima settimana, quella del 20 aprile. Lo chiediamo all’unanimità dopo aver valutato tutti gli aspetti inerenti la sicurezza dei nostri collaboratori: dai dispositivi di sicurezza individuali, ai flussi negli ambienti di lavoro, alla modalità di smart working da prolungare per tutte le mansioni che sono compatibili. Fatte salve queste debite garanzie, riteniamo sia davvero ora di riaprire le fabbriche”. ha dichiarato Matteo Galimberti, membro del CdA e Direttore Vendite Italia Flexform.

La produzione di Flexform.

Il ritorno alla normalità. Un insieme sociale operoso e prospero si basa anche sulla fruttuosa partecipazione alla vita lavorativa ed al conseguente progresso industriale del Paese. L’uomo è l’elemento fondamentale alla base di questo processo. Attraverso la sua partecipazione attiva alla vita produttiva del sistema egli assicura non solo il benessere della sua famiglia, ma la realizzazione sociale e psicologica della sua stessa esistenza. In particolar modo il sistema manifatturiero Italiano prospera nel mondo grazie alla straordinarietà delle sue maestranza. Soprattutto nella filiera arredo/design la produzione avviene principalmente grazie allo straordinario apporto di donne e uomini che ogni giorno immaginano e realizzano prodotti superiori per forma e contenuto, che clienti di tutto il mondo desiderano. Questo immenso capitale umano e professionale giace oggi momentaneamente inutilizzato in appartamenti e luoghi spesso non atti a sopportare un così lungo confino forzato. Riportare questa linfa a scorrere nelle sue naturali vene costituisce un dovere morale e sociale prima che economico della nostra società.

Roberto Gavazzi, CEO Boffi|DePadova in uno scatto di Tommaso Sartori.

«È davvero importante per le aziende ripartire in velocità e recuperare quell’operatività che è fondamentale per i mercati internazionali. Ovviamente l’obiettivo è farlo nel massimo rispetto della sicurezza dei lavoratori, che sono il nostro bene più prezioso. Dobbiamo riuscire a non rimanere più indietro e ad arginare – per quanto è possibile – i danni economici e di mercato che abbiamo subìto. Solo così non perderemo la forza e la leadership di sempre, e potremo ottenere i risultati economici che determinano tutto il resto. Questa vicinanza e l’aggregazione tra aziende per il bene comune è stata molto positiva. Speriamo che la collaboratività possa continuare anche in futuro», ha dichiarato Roberto Gavazzi, CEO Boffi|DePadova.

Sede produttiva Boffi. ph. Gianluca Vassallo

CHE COSA CHIEDIAMO OGGI AL PAESE
Le aziende dell’arredo e design chiedono oggi a gran voce di poter iniziare un percorso di progressiva e sicura riapertura dal giorno 20 Aprile. Sono i nostri lavoratori stessi a chiedercelo, insieme ai clienti di tutto il mondo con i quali siamo in costante giornaliero contatto. Gli stabilimenti sono pronti e sicuri, le regole chiare e perfettamente attuabili. Misure di aiuto sul fronte finanziari e del credito sono importanti, ma se non riparte la produzione non avremo più aziende interessate quando quei provvedimenti saranno pronti. Unitamente alla produzione è importante riuscire a riaprire presto i negozi di arredo. Nel nostro settore i negozi hanno solitamente una superficie media molto ampia, con un afflusso di persone diluito ed assai poco concentrato. Il rischio di sovraffollamento è praticamente inesistente. E comunque si potrebbe implementare con facilità una norma temporanea di accesso regolato o su appuntamento.

CHE COSA ABBIAMO FATTO FINO AD OGGI PER CONTRASTARE LA CRISI
Innanzitutto abbiamo attivato la nostra Task force interna creata ed allenata per la gestione di eventi di questa natura. Nel giro di pochi giorni abbiamo trasferito l’intera operatività delle aziende presso le abitazioni dei nostri dipendenti garantendo il funzionamento delle stesse in modalità “remote” grazie allo straordinario spirito dei nostri impiegati che sono passati in Smart Working dimostrando grande spirito di abnegazione e mantenendo un elevatissimo standard di efficienza. Da quel momento abbiamo iniziato a pensare alla riapertura, lavorando sugli impianti per garantire il massimo livello di sicurezza di cui ogni nostra risorsa ha diritto e che si attende sempre da noi. Un grande sforzo è dispiegato poi ogni giorno per farci sentire vicini alle tante nostre risorse sparse nel mondo, spesso in modalità Smart Working, ai nostri clienti, alla grande comunità degli Architetti e Designer. Tenere insieme con il giusto calore questa grande famiglia è la miglior garanzia per assicurare una pronta ripresa appena potremo ripartire.

Kurt Wallner, CEO di Cappellini.

«Un aspetto positivo di questa crisi è che le aziende che di solito sono in forte concorrenza hanno unito le forze per proteggere gli interessi dell’industria del design e per proteggere la posizione dell’Italia nel mercato globale. Questo da solo è già un grande risultato. Se non ci sarà permesso di riaprire le nostre fabbriche, ovviamente garantendo la sicurezza dei nostri dipendenti, perderemo sicuramente affari, clienti, progetti e quote di mercato. Creerà un danno all’industria che richiederà anni per riprendersi, se mai», ha sottolineato Kurt Wallner, CEO di Cappellini.

La produzione da Cappellini

Molte aziende hanno volontariamente deciso di ridurre la retribuzione dei manager in questo momento di crisi per compensare parte della riduzione di stipendio che le nostre maestranze stanno sperimentando a causa della cassa integrazione. Siamo davvero molto orgogliosi di questo gesto che dimostra tangibilmente uno dei segreti delle grandi aziende Italiane: nelle grandi sfide si cammina tutti insieme. Alcune nostre aziende sono ormai centenarie. Durante questo lungo periodo il mondo si è significativamente trasformato. Nuovi prodotti, nuovi mercati, nuovi consumatori. Tutta questa impressionante evoluzione è stata possibile solo grazie alle nostre straordinarie persone che ci hanno onorato e supportato con il loro prezioso lavoro di tutti i giorni. Ed è ai nostri artigiani, operai, impiegati, dirigenti che dedichiamo il nostro massimo sforzo per poter riaprire e ripartire più forti di prima, nella consapevolezza che solo uniti potremo continuare a prosperare nel tempo che verrà.

Il manifesto è stato sottoscritto da: 

B&B Italia, Gilberto Negrini
Bisazza, Rossella Bisazza
Boffi, Roberto Gavazzi
Cappellini, Kurt Wallner
Cassina, Luca Fuso
Flexform, Matteo Galimberti
Giorgetti, Giovanni del Vecchio
Minotti, Renato Minotti
Molteni Group, Marco Piscitelli

Poltrona Frau, Nicola Coropulis

The post Design Manifesto: le aziende del Made in Italy insieme per la ripresa appeared first on AD Italia.