È notte fonda in Laguna, tutto tace, ma si sente un solo rumore in lontananza, lo scafo di uno yatch che percorre le acque di Venezia in solitaria. Alla guida del Riva Aquariva, nel silenzio incorniciato dalla luna, si vede una figura nota, una delle stelle più lucenti del firmamento cinematografico italiano, Pierfrancesco Favino. Alla 77° Mostra del cinema di Venezia per presentare PadreNostro, in cui debutta anche la figlia minore, l’attore romano si è riservato una giornata intera in trasferta dal set in Val D’Orcia, per raccontare questa storia (breve ma solo per durata) magica.

Il corto si chiama Riva in the movie e celebra il famoso marchio made in Italy di yacht di lusso in tutta la sua classica bellezza. È stato di fatto il primo lavoro che l’artista ha girato dopo il lockdown, in tre giornate a cavallo di Ferragosto. Anticipato a Venezia e poi presentato a Monte Carlo, il progetto viaggerà in futuro per molti festival come inno alla bellezza della settima arte.

 

Pierfrancesco Favino è particolarmente a suo agio: «So guidare una barca – racconta – ma per i canali mai, soprattutto perché è vietato quindi l’emozione che si vede è vera, soprattutto per uno come me che ama andare per mare. La barca resta la mia passione e sono finalmente contento di abbracciare il progetto artistico di questo marchio italiano, Riva, a cui sono legato per valori comuni di amicizia e famiglia, un’eccellenza a cui mi sono accostata con grande felicità. Incarna, infatti, lo spirito italiano d’eleganza e invenzione. Dovremmo tutti essere visionari per vedere ciò che non è presente e trovare il coraggio di credere in ciò che senti, sfidando la ragione, l’evidenza e i rifiuti. È una filosofia che metto in pratica nel lavoro e nella vita».

«Scelgo i miei progetti con la pancia e stavolta mi sono buttato subito perché questi yacht hanno fatto la storia del cinema, basta pensare a Vittorio Gassman ne Il sorpasso che scende dalla Riva tonfando per terra».

Scambia uno sguardo complice di stima con l’avvocato Alberto Galassi, Amministratore Delegato di Ferretti Group che aggiunge: «Riva ha scelto il talento più grande del cinema italiano, se punti al meglio devi scegliere un campione e Favino lo è, non solo in quanto attore ma come talento creativo a tutto tondo che ci ha permesso di fare un vero e proprio viaggio di fantasia. Non si tratta di uno spot o di promozione, altrimenti non avremmo messo in scena una barca che ha 20 anni e certo non ha bisogno di essere rilanciata. Lo abbiamo considerato come un omaggio a Venezia, al cinema e a tutti i lavorati che non si vedono, dietro la macchina da presa. Sul set la gente ringraziava Favino per essere tornato a lavorare testimoniando una voglia di ripresa e dimostrando che, in sicurezza, si può ricominciare».

Pierfrancesco Favino e Ferretti Group CEO Alberto Galassi

 

La storia di Riva – qui raccontata sulle musiche di Nino Rota su concept di Armando Testa – è quella del grande ingegno italiano: «Come Enzo Ferrari – continua l’avvocato – si tratta di un genio del Novecento che riparte da un paese devastato dalla guerra mondiale persa ma non usando le solite vie, come la reclame, ma puntato su celebrity del calibro di Brigitte Bardot. In pratica possiamo dire che Instagram l’abbia inventato lui. Un grande divo americano ci aveva contattato per far parte del progetto ma noi abbiamo rifiutato: la nostra forza resta il made in Italy e la sua altissima qualità e per noi l’eccellenza si chiama Favino. Preferiamo investire sull’arte piuttosto che, ad esempio, assecondare le richieste di sportivi, cantanti o autori che vorrebbero le barche a condizioni incredibili, in pratica regalate».

Quintessenza dell’eleganza e dell’affidabilità del design italiano, Riva verrà celebrato anche al Gritti Palace sul Canal Grande di Venezia in una mostra che lega il cinema alla storia virtuosa dell’imprenditoria attraverso immagini di pellicole iconiche.

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