L’appuntamento di oggi con #ADMyPrivateRoom è con Antonio Lodovico Scolari e Christian Pizzinini.
Insieme hanno fondato 15 anni fa la Pizzinini Scolari ComunicAzione, un’agenzia che si occupa di pubbliche relazioni specializzata in progetti legati al turismo, all’hotellerie, al lifestyle e a grandi eventi sportivi. «Ci definiamo nomadi contemporanei, perché viviamo sei mesi all’anno in Salento e sei a Milano», raccontano. «Da tanti anni siamo appassionati di design italiano d’autore, in particolar modo dei grandi nomi del passato, come Gio Ponti, Luigi Caccia Dominioni, Osvaldo Borsani, Carlo Scarpa, Oscar Torlasco». Un’altra passione è l’arte contemporanea, in modo particolare i giovani artisti emergenti. «Per diversi anni abbiamo organizzato delle rassegne di arte contemporanea e design nel nostro palazzo dell’elefante della torre in Salento, occupandoci della comunicazione a livello nazionale ed internazionale. A tempo perso, disegnano e realizzano oggetti: «tappeti, tavolini, lampade, per rendere gli interni personalizzati e unici».

Come descrivereste lo stile della vostra casa-studio a Milano?
«Si trova in un palazzo eclettico di fine ’800. Quando l’abbiamo vista per la prima volta ci hanno colpito la luminosità e i pregi decorativi d’epoca: dagli stucchi ai soffitti all’antico parquet a lisca consumato dal tempo. Un set perfetto per inserire le nostre passioni. Abbiamo cercato di  far dialogare in modo armonioso e con tocco eclettico la nostra raccolta di mobili d’autore insieme alle opere d’arte contemporanea e ad alcuni mobili disegnati da noi. Abbiamo anche creato alcune stanze monocromatiche. Ci piace allestire i nostri spazi con complementi movibili: la casa per noi non deve essere un posto dove porre radici. Dopo qualche anno la cediamo con piacere ad altre persone che la sanno apprezzare e ci rimettiamo alla ricerca dello spazio successivo».

I pezzi chiave.
«In ogni stanza abbiamo inserito uno o più pezzi di design d’autore. La maggior parte arriva da gallerie, amici, aste, mercatini. Luciano Colantonio di Brescia merita una menzione: è lui che ci ha dato una bella infarinatura sul mondo del design d’autore e ci ha trasmesso la passione per questi oggetti».

Ce n’è uno che preferite su tutti?
Antonio:
«Il grande e raro lampadario di Ponti disegnato negli anni 50 per villa Nemazee a Teheran e poi riproposto in alcuni luoghi, come all’Hotel Parco dei Principi di Roma e all’hotel dei Pini di Bormio. Ha un diametro di 1 metro e 50 ed è in ottone e vetri opalini che lo rendono particolarmente prezioso. Nel nostro salone ha trovato una giusta dimensione e si lega bene con tutto il resto».
Christian: «Io sono un estimatore di Ettore Sottsass, che è nato come me sulle Dolomiti. Vent’anni fa mi ha accolto nel suo studio di Milano per un’intervista e mi ha trasmesso la sua energia infinita nel creare. Da qualche anno colleziono i suoi oggetti, in gran parte originali del periodo Memphis. Sono molto affezionato alla sua consolle Demistella in marmo policromo e mogano, posizionata nell’ingresso, sulla quale campeggia una scultura dell’artista altoatesino Arom Demetz».

Come trascorrete la vostra giornata in questi giorni di quarantena?
«Siamo fortunati perché viviamo in una casa spaziosa che ci permette di lavorare come al solito, ma anche fare esercizi e viverla a 360 gradi».

Smart working: avete un angolo dedicato?
«La nostra casa è anche il nostro studio. Lavoriamo in smart working da sempre, collaboratori inclusi. Con la tecnologia oggi è possibile lavorare da ovunque ci troviamo, bastano un computer e un telefono. Poter lavorare in un ambiente piacevole, contornati dalle proprie passioni, dà anche qualità al proprio lavoro».

Che cosa fate per staccare la spina?
«Sveglia la mattina con un po’ più di relax e dopo un po’ allenamento si passa alla colazione, in questo periodo particolarmente rilassante e lunga. Ci sono poi le telefonate con gli amici, i contatti social e le grandi letture».

Che cos’è per voi la casa?
«È un luogo dove stare bene e dove poter condividere tante cose».

La vostra stanza preferita.
Antonio:
 «Il salotto, luminoso e con affaccio su un’area con un po’ di verde: ci sono alcune tra le opere d’arte che più apprezzo, un tappeto disegnato da noi e  un divano da cambiare ma non ho ancora trovato quello giusto».
Christian: «A me piace particolarmente la sala da pranzo che abbiamo dipinto di un colore grigio uniforme dal pavimento al soffitto. Il tavolo di Carlo Scarpa dialoga bene con le leggera di Gio Ponti, le applique di Venini, le opere di Raffaele Quida e Tamara Repetto e i totem di Ettore Sottsass».

Quella dove trascorrete più tempo.
«Il salotto/living che è anche il luogo dove incontriamo clienti e amici».

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