Siamo tutti uno di Roberta Mari e Silvia Zylberman Pio




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«Ci chiamano poveri e primitivi. Ma noi non siamo poveri né primitivi. La nostra saggezza non è inutile. È la saggezza della Terra». Le parole di Davi Kopenawa, portavoce del popolo Yanomami e difensore dei diritti degli indigeni e dell’ambiente, aiutano a raccontare uno straordinario progetto nato dalla collaborazione tra Carpet Edition, Roberta Mari e Silvia Zylberman Pio.

Una collezione di tappeti pensata per dare voce ai popoli indigeni, ora minacciati anche dell’emergenza sanitaria. Con i loro stili di vita sostenibili sono i migliori custodi del mondo naturale; difendere i loro diritti è pertanto anche il modo migliore e più efficace per salvaguardare l’ambiente e la biodiversità. Roberta Mari e Silvia Zylberman Pio, condividono la contaminazione culturale e il gusto per l’integrazione tra stili e linguaggi diversi, e hanno saputo disegnare una collezione dal sorprendente impatto visivo.

Ognuno dei sette tappeti Siamo tutti uno è infatti un omaggio allo stile di vita dei popoli amazzonici: i disegni di Urihi e Kyrin sono ispirati alle pitture corporali Kaiapó, quelli di Memby evocano le decorazioni infantili, la grafica di Exas è un messaggio di buona salute, e la forma di ognuno ricorda quella delle frecce usate per la caccia. Realizzati a mano come tutti i tappeti della collezione Hand Made, in questo caso in lana e Hardtwist, possono essere usati singolarmente o combinati tra loro, accostando liberamente colori vivaci e disegni geometrici.

Per contribuire concretamente alla salvaguardia e alla difesa delle terre e dei popoli indigeni, Carpet Edition ha scelto di devolvere una percentuale della vendita di ogni tappeto a Survival International, il movimento mondiale per i popoli indigeni (www.survival.it).

Roquebrune di Michela Alquati e Sebastiano Corso




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Con il suo vivace gioco di colori e di geometrie, la collezione Roquebrune di Carpet Edition non può che ricordare l’omonima città della Costa Azzurra, le opere architettoniche e la cultura contemporanea durante gli anni della belle époque.

A progettare questi tappeti, la designer Michela Alquati e l’architetto Sebastian Corso, capaci di reinterpretare motivi e colori della tradizione classica in un tripudio di linee e forme tanto rigorose quanto sorprendenti. A partire da 5 principali masterpieces, caratterizzati ognuno da uno specifico disegno, i tappeti di ogni modello sono proposti a loro volta in 5 varianti colore, anche personalizzabili.

Nascono così i tappeti delle serie RB01 e RB02, caratterizzati da intrecci geometrici e da un perimetro irregolare, gli RB03, più lineari, e ancora gli RB04 e gli RB05, di cui colpiscono le forme arrotondate e le innumerevoli sfumature nelle righe del disegno.

I tappeti della collezione Roquebrune sono parte del catalogo Hand Made, e vengono realizzati in Lana New Zeland e Tencel con la tecnica della taftatura a mano: il disegno viene riportato su una tela verticale e qui pian piano, grazie ad una pistola tessile, viene inserito il filato. Una volta rimosso dal telaio, il tappeto viene lavato, rifinito con un tessuto di cotone incollato sul retro e infine, dopo essere stato liberato delle fibre in eccesso, viene bordato.

Collezione Nomad




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Collezione che trae ispirazione dall’antica cultura berbera e marocchina, Nomad è una delle nuove proposte d’arredo per il 2020 firmata Carpet Edition. Declinata nelle versioni Atlas, Clan e Dune, percorre un lungo viaggio di integrazione fra cultura mediterranea e tradizioni orientali, attingendo da un lato alla storia e al gusto delle popolazioni nomadi dell’Africa settentrionale, dall’altro alla sapienza e all’abilità degli artigiani indiani.

Ogni tappeto Nomad è infatti realizzato in India e lavorato esclusivamente a mano. Tutto il processo di lavorazione, dalla cardatura e colorazione dei filati fino al lavaggio, passando appunto per l’annodatura manuale, creando ogni volta un pezzo unico, lì dove variazioni del colore o piccole irregolarità testimoniano la bellezza di un prodotto interamente artigianale.

I tappeti della collezione Nomad Atlas ricordano la tradizione tessile della più antica cultura marocchina, si caratterizzano per delicati motivi geometrici messi in risalto dalle nuances del blu, del grigio, del sabbia e dell’oro, colori che evocano i panorami della catena montuosa dell’Atlante.

I disegni lineari dei Nomad Clan sono ispirati invece a quel sistema di simboli caro ai clan berberi, un’iconografia capace di raccontare la sfera umana e naturale, i valori, le credenze e l’assecondarsi delle stagioni. Realizzati in lana e cotone, prevedono un bordo di frange, come è tipico nella tradizione delle tribù nomadi.

Completano la collezione i tappeti della linea Nomad Dune, contraddistinti da una maggiore lunghezza del pelo. In questo caso il filato di cotone e lana, con il suo movimento, suggerisce la libertà con la quale il vento gioca nel deserto creando spettacolari dune di sabbia, per un impatto estetico ed emotivo decisamente originale.

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