Il lockdown dovuto alla crisi sanitaria mondiale ha investito diverse realtà, sia pubbliche che private, compresi i parchi cittadini. «A Vienna i parchi più famosi come Schönbrunn o Belvedere sono stati subito chiusi, e i residenti si sono riversati in strada anche solo per prendere un po’ di aria. È qui che ci siamo chiesti: come potrebbe un parco, incoraggiare il distanziamento sociale?», raccontano gli ideatori del Parc de la Distance, Studio Precht.
Un progetto innovativo, che visto dall’alto, richiama un’impronta digitale. Un percorso studiato in per far sì che in ciascuna corsia acceda una persona alla volta, grazie a un cancello che segnala quando il viale è libero o occupato. Parc de la Distance è strutturato come un labirinto. Il percorso conduce ad una fontana situata nel cuore del giardino, con siepi larghe 90 centimetri per separare le corsie e assicurare la distanza tra i visitatori.
«Anche l’altezza delle piante interne varia, in dei punti i visitatori sono completamente immersi nella natura, mentre in altri è possibile vedere tutto il giardino», continua Chris Precht.
L’estetica del progetto richiama a tratti i giardini barocchi delle lussureggianti regge francesi, ma anche gli schemi ondulati dei giardini zen giapponesi, in perfetto equilibrio con la natura. «Il parco non ha uno stile moderno. Quando lavori con la natura non c’è uno stile. Il moderno appartiene alla moda, al design o all’architettura, la natura è senza tempo», sottolinea il progettista.
L’idea, nata il un momento di crisi, è studiata per avere un seguito anche dopo la pandemia. Una soluzione adattabile a qualsiasi contesto urbano, che rappresenterà un luogo ‘sicuro‘ per i cittadini, un’oasi di pace, per godere di un momento di tranquillità, circondati dal verde.
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