Los Angeles, l’ingresso della Bridge House. Sulla parete in fondo trittico dell’artista Tasya van Ree. Foto di Brandon Shigeta

Nel posto in cui è nato Dan Brunn, Ovvero Tel Aviv, l’acqua è un bene prezioso. Così quando a Los Angeles ha visto un cottage di fianco a un ruscello, invece di interrarlo ha deciso di costruirci sopra la sua casa, un lungo ponte sospeso di un solo piano che dialogasse, senza fare rumore e senza lasciare impronte, con la natura circostante.

Tutto, nella Bridge House, dai materiali alle finiture, è eco-compatibile con l’obiettivo delle zero emissioni. Grandi vetrate, luce e ventilazione naturale, acqua potabile grazie a un sistema di filtraggio, fotovoltaico. E un’armonia architettonica che ricorda quella della musica.

Da scoprire nel servizio fotografico di Brandon Shigeta con un articolo di Simona Siri , a pagina 124 di AD di marzo, ora in edicola.

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