L’artista tedesca Claudia Wieser ama usare ceramica, piastrelle, carta da parati e metalli. E spesso le sue sculture sembrano avere una funzionalità: tavolini, plinti, specchi, panche rivestiti da geometrie colorate. I suoi riferimenti vanno da Klee e Klimt al Bauhaus: le interessa lo spazio architettonico e il modo in cui viene decorato, definito, riempito. Le sue installazioni rivoluzionano il white cube dello spazio espositivo: non più contenitore asettico ma scenografia viva, opera a 360 gradi. Lavorando sull’idea del confine tra arte pura e arte applicata, che diventa un terreno tutto da esplorare.
Tutto è disegno: Arte immersiva
Claudia Wieser al lavoro. Nata nel 1973, ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Monaco. La sua galleria in Italia è Studio SALES, a Roma.
Senza titolo, 2018: Acrilici e inchiostro su legno
Una forma-archetipo familiare (vaso, bottiglia), un decoro che evoca le geometrie Bauhaus: oggetto ibrido, a metà tra artigianato e arte.
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