L’architettura e la religione affondano le loro radici nello stesso glorioso passato. Le lezioni dei grandi progettisti di epoche lontane ci hanno lasciato in eredità edifici religiosi solenni, simboli della grandiosa potenza divina. Anche oggi gli architetti continuano a cimentarsi nella realizzazione dei nuovi centri religiosi, simbolo di un mondo che cambia e guarda al progresso.

Saemoonan Church




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Saemoonan Church, una delle più antiche chiese protestanti nella Corea del Sud, è anche conosciuta come la “Chiesa Madre“. Lo studio di architettura Seoinn Design Group ha progettato il nuovo edificio che riflette il significato religioso anche nelle forme. La facciata, in pietre stondate, si estende lungo tutta la piazza sottostante, ed è dominata da due torri. Una di queste si presenta a forma di spirale, mentre in cima c’è una grande croce sospesa sull’edificio dell’osservatorio.

Chiesa del Buon Ladrone




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Una chiesetta sobria ed essenziale, che dà voce a un nuovo misticismo contemporaneo, realizzata da INOUTarchitettura, LADO architetti e LAMBER + LAMBER. Il progetto è un’architettura sociale, che nasce infatti da un processo partecipativo con l’intera comunità locale – e che ha visto il coinvolgimento di alcuni detenuti del carcere La Dozza di Bologna nella fase costruttiva e realizzativa. L’esterno bianco candido, è caratterizzato da due pareti oblique che si incontrano, formando una fenditura che diventa una porta. All’interno l’altare, l’ambone e la fonte battesimale, sono realizzati in selenite, un gesso cristallino caratteristico del luogo.

Kooroomba Chapel




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In un grande campo di lavanda nella campagna australiana, si trova una piccola cappella che ha tutta l’aria di un’antica rovina. È una struttura semplice, progettata da Wilson Architects, composta da poche vetrate e travi di legno, i cui vuoti interni consentono alle piante di edera di crescere e arrampicarsi sull’architettura. La location perfetta per matrimoni romantici.

Chiesa San Tiago de Antas 




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È una struttura ovale in calcestruzzo, che guarda da una parte la città di Vila Nova de Famalicão e dall’altra il bosco incontaminato del Portogallo del nord. La chiesa, progettata da Hugo Correia, si inserisce perfettamente nel contesto in cui si trova: un sito storico che comprende un’altra chiesa di epoca romanica, una cappella e un cimitero. L’architettura è stata concepita per rispecchiare il forte sentimento di fede della comunità, che ben si esprime nella semplicità ma allo stesso tempo possenza imponenza della struttura. Dettagli: le fasce laterali sporgenti e il portale diviso in quattro segmenti, per far sì che le fenditure centrali formino una croce. Un progetto razionale ma allo stesso dal forte impatto, un percorso narrativo che evidenzia i diversi simboli della cristianità.

Chiesa di San Carlino




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L’opera effimera di Mario Botta costruita nel 1999 e smantellata nel 2003 a Lugano, è un’installazione senza tempo che taglia in due il lago svizzero, diventando un unicum con il paesaggio circostante. Un modello in scala reale della Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane di Roma, costruito in occasione del quarto anniversario della nascita di Francesco Borromini. La struttura lignea, alta quasi 33 metri, è composta da 35 mila tavole di legno, e si è concretizzata in pochi mesi. Un evento e una costruzione eccezionali, che ha visto impegnati decine di architetti, disegnatori, falegnami, volontari ed artigiani in un’irripetibile opera a metà tra arte e architettura. 

St. Nicholas Church




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Una proprietà di tre acri a Springdale (Arkansas), circondata da un parco pubblico e da un’importante autostrada, dove si trovavano una casa e un negozio. Qui è nata un’opera di riqualificazione che ha visto trasformare, dopo un lungo dibattito, il piccolo edificio commerciale in un nuovo centro religioso ortodosso. L’edificio, progettato da Marlon Blackwell architect, è stato rivestito con pannelli in lamiera grecata e vetri colorati. Si tratta di una piccola struttura, dall’aspetto unico, riconoscibile sia di giorno che di notte. All’interno il nartece è illuminato dalle candele, mentre nella parete ovest della torre è stata intagliata una croce di lastre di vetro rosso. Un progetto che ha saputo sfruttare al massimo le risorse a disposizione con un budget minimo, metafora religiosa della povertà materiale che viene compensata dalla grande ricchezza spirituale.

Chiesa sull’Acqua




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«Non puoi semplicemente mettere qualcosa di nuovo in un posto, devi assorbire ciò che vedi intorno a te, ciò che esiste sulla terra, e quindi usare quella conoscenza insieme al pensiero contemporaneo per interpretare ciò che vedi». È la filosofia di Tadao Ando che lo accompagna in tutte le sue opere, che è alla base della sua continua attenzione verso la natura e il rapporto tra gli spazi interni ed esterni. Sulle sponde di un piccolo fiume in una radura di faggi, troviamo la Chiesa sull’Acqua a Tomamu, in Giappone. Anche qui la natura è un elemento del progetto stesso: due cubi sovrapposti si affacciano su un grande stagno che scende verso il piccolo fiume naturale. L’entrata della chiesa so trova sotto un cubo di vetro e acciaio, all’estremità settentrionale che ospita quattro grandi croci di cemento. Come in un labirinto, c’è un sentiero che porta alle croci, e poi si scende giù per la scala a chiocciola che si collega al cubo più grande della cappella sottostante. Qui visitatori possono godersi la natura incontaminata circostante in uno spazio sacro caratterizzato da un percorso ritualistico e tortuoso. Una struttura simbolica ad L che contraddistingue la chiesa come uno spazio appartato e protetto.

La cappella della Santa Croce




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A Sedona, tra la città di Phoenix e il Grand Canyon, in Arizona, si trova questa piccola ma estremamente suggestiva chiesa. È incastonata nella roccia, edificata in un luogo che, già dalle tribù indigene degli indiani d’America, si riteneva possedere un’energia mistica, quasi magica. Nata dal desiderio di un’ereditiera newyorchese appassionata d’arte, Marguerite Brunswig Staude, che nelle spire in costruzione dell’Empire State Building aveva visto la struttura di una croce, è stata realizzata dallo studio Anshen & Allen, a metà degli anni ’50.  La cappella fu un manifesto della capacità dell’arte contemporanea di esprimere la spiritualità cattolica. Opera di architettura razionalista, un progetto unico che sembra far parte da sempre della formazione rocciosa su cui è appoggiata. Il calcestruzzo, unico materiale usato nella costruzione insieme al vetro, sembra amalgamarsi perfettamente con la terra nuda che la circonda. 

Chiesa del Temppeliaukio




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Nel cuore del quartiere di Etu-Töölö, a Helsinki, una cupola in rame dall’aspetto quasi alieno emerge dalle rocce. Sotto c’è una struttura unica nel suo genere: la Chiesa di Temppeliaukio, detta anche “Chiesa nella roccia”. La sua fama è internazionale, ed è tra gli esemplari più incredibili dell’architettura finlandese. Nel 1906 venne ufficialmente inaugurata la costruzione della chiesa sull’aspro lembo di terra alla fine di Fredrikinkatu, ma la sua realizzazione fu una vera e propria sfida. A causa della Seconda Guerra Mondiale, e dopo varie bocciature da parte della commissione e dei cittadini stessi, nel 1961 viene decretato il progetto vincitore dei due fratelli finlandesi, gli architetti Timo e Tuomo SuomalainenIl design nordico è noto per essere semplice e minimalista e gli interni della Chiesa di Temppeliaukio ne sono un ottimo esempio. La natura circostante è parte integrante della costruzione: i muri sono costituiti dalle rocce stesse e gran parte del granito è incorporato negli interni. Le numerose finestre nella cupola creano un gioco sorprendente di luci e ombre.

Chiesa di Dio Padre Misericordioso




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La chiesa di Roma, nota anche come Dives in Misericordia (dall’omonima enciclica di Giovanni Paolo II, 1980), viene realizzata in occasione del Giubileo del 2000 a seguito di un concorso internazionale a inviti per sei architetti noti, di nazionalità e culti diversi: Tadao Ando, Gunter Behnisch, Santiago Calatrava, Peter Eisenman, Frank Gehry e Richard Meier. A vincere è l’architettura di Meier, caratterizzata da incastri, slittamenti, compenetrazioni e vuoti con una sospensione tra consequenzialità e casualità. La struttura viene definita come un “sistema di sistemi”. Meier costruisce dei montaggi sapienti che potrebbero prolungarsi per sempre, come configurazioni metamorfiche. Protagonista è il colore bianco: «il più bello in assoluto, perché dentro di esso si possono vedere tutti i colori dell’arcobaleno», sottolinea l’architetto. «Il biancore del bianco non è mai solo bianco, è sempre trasformato almeno dalla luce e da ciò che sta cambiando: il cielo, le nuvole, il sole e la luna». Qui è rappresentato attraverso l’impiego di un conglomerato speciale di polveri di marmo di Carrara e additivi di ossido di titanio, e contribuisce ad accrescere le valenze simboliche dell’edificio, diffondendo la luce naturale all’interno. Poiché, come sottolinea l’architetto, «la luce è all’origine di questo edificio». Tre diverse porzioni di calotte sferiche, tre grandi vele gonfie di vento per una chiesa che, come una nave, dovrà condurre l’umanità attraverso il terzo millennio. Un’architettura, come la definisce lo stesso architetto, che connette ciò che è tangibile con ciò che è intangibile. L’interno è uno spazio cavo, un guscio protettivo come la misericordia divina che dà nome alla chiesa, aperto al cielo e alla sua variabilità nel tempo. A dominare l’intensità è la luce assoluta, quasi abbagliante che dissolve le ombre in un chiarore totale.

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