Planted: reconnecting cities with nature
Planted: reconnecting cities with nature
Planted: reconnecting cities with nature
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Planted: reconnecting cities with nature
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Planted: reconnecting cities with nature
Planted: reconnecting cities with nature
Planted: reconnecting cities with nature

Il design biofilico è la nuova frontiera della progettazione verde, ma con un focus sul benessere psico-fisico delle persone. L’obiettivo è (ri)creare un legame potente tra spazi urbani e natura, rendendo il nostro habitat più green attraverso l’osmosi tra design, architettura ed elementi naturali, simbolo di vitalità per eccellenza. Biofilia, infatti, è prima di tutto “amore per la vita”, come vuole la stessa etimologia della parola. Sull’onda del successo che il design biofilico ha incontrato nel campo progettuale – dal Bosco Verticale ideato da Stefano Boeri al Josey Pavilion della Dixon Water Foundation (Texas) – debutterà nel 2021 a Londra un evento speciale. Si tratta di “Planted”, il primo contemporary design show che indaga come riconnettere le città con la natura, esplorando il futuro della vita urbana.

PLANTED TEAM: LA STORIA DI UN’IDEA GREEN
Anima creativa del progetto è il team composto da Deborah Spencer, imprenditrice di design, dal giornalista Sam Peters, irriducibile “nature lover”; dall’architetto Stewart Dodd, guru della sostenibilità; e da Oliver Heat, voce tra le più autorevoli nell’ambito del biophilic design.

«Ora la squadra è formata da otto partner», racconta Sam Peters. «Io e mia moglie Deborah abbiamo ideato il progetto più di due anni fa, insieme al nostro ex-socio in affari Alice Breed. Deborah, fondatrice di designjunction e di altri eventi di design pluripremiati, aveva lavorato al progetto di una facciata innovativa con l’architetto Stewart Dood, che ora è Chief Executive del marchio alimentare River Cottage. Dood ha creduto nel progetto e ci ha presentato Oliver Heat, esperto di biophilic design che è entrato nel team con grande entusiasmo. Nel frattempo abbiamo coinvolto Sarah Trayner, esperta di eventi e Paul Rae, che ora ci segue con l’incarico di advisory e consulenza finanziaria. Siamo orgogliosi che anche Paul de Zwart -proprietario del brand di mobili Another Country e socio fondatore della rivista Wallpaper -, abbia deciso di sposare l’iniziativa come consulente», continua Peters.

Tutto è nato da una serie di riflessioni sul futuro del Pianeta e la vita nei centri urbani. «Riteniamo che l’uso intensivo del suolo, la crescita dell’urbanizzazione e la diffusione della tecnologia mobile abbiano avuto un impatto negativo sul nostro legame con la natura, in particolare nelle città. Tutto ciò è nocivo non solo per l’ambiente, ma anche per la salvaguardia della biodiversità e per il nostro benessere psico-fisico. Adottando un approccio bio-sensibile anche nel design e nell’urbanistica, potremmo ridurre sensibilmente le emissioni di CO2 e restituire al pianeta più di quanto consumano i centri abitati», aggiunge Heath.

Un’iniziativa, quella di Planted, che tiene insieme le possibilità del design e le esigenze del lifestyle, con un approccio olistico nei confronti della natura.

«Per una visione più sostenibile della vita urbana avremmo presentato idee di design ispirazionali, come per esempio una fattoria verticale progettata da Studio Precht, fornendo una soluzione per l’agricoltura urbana o reintroducendo gli impollinatori sulle terrazze. Affiancando questi case-studies virtuosi a brand contemporanei di arredamento e illuminazione per esterni, vivai specializzati e prodotti a base vegetale», spiega Spencer. Le conferenze moderate da Oliver Heath avrebbero coinvolto i pensatori più progressisti al mondo nell’ambito del giardinaggio, del design, del climate change e della sostenibilità».

IL CONCEPT DELL’ESPOSIZIONE
Rinviato al 2021 per l’emergenza Covid-19, l’evento curato da Planted si sarebbe articolato in tre sezioni:
1. Natural Living  – bringing the outdoors in
Focus sul concetto di biophilic design attraverso arredi e illuminazione all’insegna della sostenibilità
2. Sustainable design – The future of urban living
Tecnologie di progettazione innovative in risposta alle sfide ambientali affrontate dalle nostre città.
3. Botanical Market – For cleaner, greener, better-looking urban spaces
Un mercato botanico riservato a prodotti, cibi e bevande a base vegetali ideati da brand che lavorano in armonia con la natura.
Durante il lockdown il format è diventato un forum di discussione online sui temi della sostenibilità del design, dell’architettura, del cibo e del rewilding.

DESIGN BIOFILICO: LE LINEE GUIDA DI OLIVER HEAT
«Prendendo spunto dai principi della biofilia (il desiderio innato di concentrare il proprio interesse sulla vita e sui processi vitali) il design biofilo – che pone al centro il benessere dell’uomo – utilizza una serie di modelli (o “pattern”) per migliorare questa connessione sulla base di tre princìpi chiave».
1. Natura nello spazio – comporta il miglioramento della nostra connessione a forme sensoriali della natura come piante, alberi, luce naturale, aria fresca e acqua.
2. Analoghi naturali: mimesi della natura attraverso forme organiche, trame di motivi, colori e perfino tecnologia.
3. Natura dello spazio: creiamo spazi che siano insieme rilassanti e rigeneranti ma anche eccitanti, stimolanti e ispirazionali.

«Questi principi vanno oltre il miglioramento della biodiversità attraverso l’introduzione di piante e alberi. Numerosi studi peer-reviewed hanno dimostrato che la natura ha un effetto positivo sul benessere psico-fisico delle persone. Per questo crediamo che i principi del design biofilico siano la chiave per creare ambienti urbani più desiderabili, e che possano essere applicati a intere città, quartieri, edifici e interni».

LE PIETRE MILIARI
Per conoscere i pionieri della disciplina, ci sono i libri chiave come Biophilia. The Human bond with Other Species del biologo statunitense Edward Osborne Wilson, inventore della sociobiologia, e Biophilic Design di Stephen Kellert (1943 – 2016), seguito da Nature by Design: The Practice of Biophilic Design (Yale University Press), tra i massimi esperti in materia, professore emerito di ecologia sociale alla Yale School of Forestry & Environmental Studies (F&ES).

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