Gli addetti ai lavori l’hanno definita la nuova frontiera del minimalismo: la tendenza Japandi, sempre più apprezzata nel mondo dell’interior design, sarà assolutamente protagonista anche nella primavera che verrà.
Il trend deve il suo nome all’unione tra lo stile scandinavo e quello giapponese. Risultato: un mix perfetto tra la semplicità del nordic design e l’essenzialità del Danshari, uno stile di vita della tradizione zen. Ma non è la sua unica forza.
Stile votato al più audace crossover estetico, il Japandi si presta a moltissime interpretazioni abitative, perfette per chi ama soluzioni eleganti e funzionali. Tra i pezzi che l’hanno reso celebre un posto d’onore spetta all’iconica Bamboo Basket Chair, seduta disegnata negli anni ’50 da Isamu Noguchi e Isamu Kenmochi. Linee scultoree, texture e materiali naturali, colori neutri: Oriente e Occidente si incontrano anche nella Dream Chair (2013) disegnata dall’architetto Tadao Ando per Carl Hansen & Søn, un “classico” arredo-scultura in stile Japandi.

Oggi più di ieri la tendenza si apre a una moltitudine di soluzioni d’arredamento. Le tonalità su cui puntare per creare un ambiente in stile Japandi sono più che mai attuali: sfumature di blu, verde celadon o smeraldo, ma anche taupe, avorio, grigio, ocra, bianco. Ovvero la palette ideale per valorizzare materiali naturali come il legno, declinato in svariate essenze (sandalo e cedro le più orientali) – oppure lasciato grezzo, per replicare l’imperfezione del materiale nativo – e perfino il bambù, spesso utilizzato per i complementi d’arredo. Tra le caratteristiche che avvicinano il design giapponese a quello scandinavo c’è poi l’attenzione per la sostenibilità e il benessere. La presenza della natura e di piante è infatti prioritaria, anche per chi volesse introdurre questo stile in uno spazio outdoor.

Come si può realizzare ce lo ha mostrato il recentissimo progetto di studio ZERO9: un appartamento a Mumbai arredato in stile Japandi, dove quasi si annullano i confini tra indoor e outdoor. Linee e volumi riportano al fascino concreto della materia, con un twist contemporaneo e cosmopolita.
E per ribadire l’importanza della filosofia del wabi-sabi, che riscopre il bello dell’imperfezione, possiamo puntare su ceramiche, set di piatti e ciotole di gusto minimal. I pezzi vintage in ceramica giapponesi possono essere scheggiati, venati o opachi, o addirittura frammentari. Grazie alla tecnica del kintsugi, infatti, le crepe vengono riempite con l’oro per mostrare la bellezza delle imperfezioni, piuttosto che nasconderle.
Per valorizzare un angolo in stile japandi sono perfette opere su carta, soprattutto a inchiostro, di genere astratto o ispirate alla calligrafia. Anche il lettering trova espressione compiuta nell’abbinata con lo stile Japandi. Sono proprio i materiali e le texture naturali a garantirne il successo in questi ambienti dal fascino senza tempo.
Perfette, in alternativa, le carte da parati ispirate a motivi floreali dal fascino esotico: le più efficaci sono quelle ornate da fiori di ciliegio su delicati colori pastello.

Non solo. L’artista e designer spagnolo Jaime Hayon si è ispirato all’antica arte giapponese della disposizione dei fiori, nota come ikebana o ikeru, per creare una serie di nuovi originali vasi per Fritz Hansen. Altri spunti di stile li trovate nella gallery in alto.

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