La casa è diventata e resterà un approdo di tranquillità: «La immagino come un porto sicuro. Sarà una sorta di club, dove ritrovarsi per una socialità discreta e selezionata che garantisce una maggiore sicurezza. Torneremo a viverla come un punto di incontro», spiega Paolo Bestetti, Ceo di Baxter.
Senz’altro, non è più la stessa: «Abbiamo puntato molto sul concetto di riqualificazione. Sul progetto di riutilizzare lo spazio del living in maniera meno borghese, o almeno avere la possibilità di usarlo in modalità differenti, senza perdere eleganza e charme». Al centro della visione dell’azienda, dunque, c’è una continuità nella discontinuità. Un’evoluzione, che sappia dare priorità alla comodità: «Un elemento diventato il fulcro dell’esperienza domestica. Inoltre, abbiamo concentrato la nostra attenzione sulle aree dei micro-office, perché li riteniamo interessanti. Avere uno spazio adeguato dove lavorare a casa, un piccolo ufficio o una postazione polifunzionale, è oggi un valore aggiunto».
Il cambio d’abitudini passa anche da una riscrittura cromatica, da un uso intelligente delle sfumature: «La nostra ricerca è stata dominata da tonalità rilassanti, che trasmettono una sensazione di benessere. Ora che stanno intravedendo una luce in fondo al tunnel, le persone hanno bisogno di riscoprire il proprio piacere nel colore». E declinarlo con versatilità: «L’idea è quella di creare un ambiente che abbia la capacità di trasformarsi, utilizzando materiali naturali che ci legano alla terra. Meno sofisticazioni e più contatto con la natura».
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