Parasite

di Bong Joon-Ho, Corea del Sud, 2019

Il film fenomeno dell’ultimo anno – vincitore della Palma d’Oro a Cannes nel 2019 e di 4 Premi Oscar nel 2020 tra cui quello per miglior film, oltre a Golden Globe 2020, Critics Choice Award 2020 e SAG-Screen Actors Guild Awards 2020 – è una storia sulla lotta di classe ambientata tra un angusto seminterrato e  l’ampia elegante minimalista casa dei Park, progettata da un’ideale archistar. L’architettura – con i suoi affacci, i dettagli, le palette cromatiche, gli oggetti di design – diventa così l’emblema della differenza sociale tra due famiglie, e la storia viene raccontata attraverso un sapiente uso degli spazi.

Grand Budapest Hotel

di Wes Anderson, USA, 2014

Wes Anderson è famoso per le atmosfere surreali, eleganti ed eccentriche che riesce a evocare in tutti i suoi film, grazie a una cura maniacale per gli elementi di decor e ogni dettaglio di stile. In Grand Budapest Hotel (vincitore di quattro Premi Oscar per scenografia, colonna sonora, costumi e trucco) il regista texano si è ispirato a un luogo reale – un magazzino in stile Art Noveau, chiamato Görlitzer Warenhaus, e costruito nella cittadina tedesca di Görlitz, dove è stato girato gran parte del film. Wes Anderson ha dichiarato di aver trovato a Görlitz “tutto quello di cui avevo bisogno, inclusi bagni termali abbandonati e una gigantesca sala da ballo”. Il resto è frutto del suo originalissimo senso estetico, che ogni volta riesce a trasportare lo spettatore in un universo in bilico tra fiaba e realtà.

Io sono l’amore

di L. Guadagnino, Italia, 2009

Il film di Luca Guadagnino è ambientato a Villa Necchi Campiglio dimora milanese disegnata da Piero Portaluppi negli Anni ’30 che si è conservata perfettamente intatta, dalle architetture agli arredi (oggi fa parte del patrimonio del FAI ed aperta per tour guidate ed eventi). Qui la casa incarna la compostezza di una famiglia dell’alta borghesia milanese, che verrà scossa dalle scelte controcorrente della madre (Tilda Swinton, che si è aggiudicata un Nastro d’Argento per il ruolo). Lo spazio domestico, qui, non è una semplice ambientazione, ma un protagonista silenzioso del racconto. (foto cover by Sailko)

Inception

di Christopher Nolan, USA, 2010

Christopher Nolan ci porta a esplorare la materia dei sogni, in questo capolavoro di fantascienza vincitori di quattro premi Oscar, ambientato nel subconscio dei personaggi. Lo spazio del sogno viene progettato Arianna, brillante studentessa di architettura interpretata da Ellen Page, che deve inventarne ogni dettaglio, crando diversi “livelli” di profondità ciascuno con proprie caratteristiche. Dai palazzi parigini rovesciati, all’interno di un albergo, per finire in un bunker segreto nel cuore di una montagna innevata. C’è una sola regola da seguire: l’architetto non deve mai progettare i sogni basandosi sulla propria memoria, poiché se si affidasse  ai ricordi finirebbe per perdere la cognizione di ciò che è reale e ciò che è immaginato.

2001: Odissea nello spazio

di Stanley Kubrick, USA, 1968 

Considerato da molti il film più bello di tutti i tempi, è un pellicola di culto anche per il mondo del design. Kubrick invitò infatti progettisti e interior designer a immaginare l’evoluzione degli oggetti nel futuro, realizzando così una sorta di “manuale di design” e anticipando molte tendenze dei decenni successivi.

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