“Gialla come il sole, blu come le sue acque profonde, arancione come i suoi agrumi, verde come il suo territorio, azzurra come il cielo, rossa come il fuoco.I colori della Sicilia in un’immagine”.


Così viene descritto il nuovo logo che servirà a pubblicizzare l’immagine della Sicilia nel mondo.
TUTTO MOLTO BELLO, peccato che di logo non si tratti. Una tipografia semplicissima con pochissimo tracking, pur volendosi sforzare a chiamarla “logo”, resta un elaborato totalmente sterile. Non c’è la Sicilia, non c’è nulla. Un’accozzaglia di colori a cui è stato applicato un uso geometrico di un font totalmente privo di qualsiasi senso logico.

Se permettete una citazione gattopardiana, con il logo si è seguito il mantra “Cambiare tutto per non cambiare niente”, un marchio che ha il valore (e la stessa efficacia) di una bella riverniciata al palazzo dell’Assessorato regionale al turismo siciliano.

Un logo Turistico (per quanto io faccia parte di quella schiera di designer che storce il naso a questo concetto di “turistico”) dovrebbe almeno raccontare in qualche maniera grafica e visiva la destinazione, la meta, attraverso fattori variabili che qui mancano completamente. Non vi è nemmeno una chiarezza di idee di cosa stiano realmente pubblicando nel video di presentazione.

Non amo parlare dei loghi di colleghi, perché dietro la progettazione di una brand identity c’è sempre tantissimo lavoro, anche “non grafico” (ricordiamo che un brand è al 70%-80% strategia e 20% grafica).
Ma qui non abbiamo ne grafica, né strategia né un tone of voice sensato, tant’è che anche il payoff pare comprato al mercatino degli scarti dei copywriter!

In Sicilia abbiamo così tanti simboli, colori, forme da utilizzare eppure si è scelto una cosa già vista e rivista. È dal tempo dell’expo che siamo costretti, per colpa di amministrazioni incompetenti o compiacenti, a dare incarichi … (inserite qui una o più ragioni che già sapete e che se le riportassi io verrei denunciato, grazie)

Una regione che ha visto passare decine e decine di popolazioni, di culture, non può essere rappresentata da questa “scritta”.

in caso qualcuno volesse in qualche modo difendere l’originalità dell’idea lascio qui una galleria.








Peccato, avevamo una bella occasione per fare qualcosa di interessante e costruttivo. Questa era un’operazione importante, soprattutto visto che si presenta in un momento così delicato come il Post-covid, in cui sarebbe stato essenziale rappresentare con la giusta connotazione storico-culturale, mostrando la ricchezza della regione d’Italia con il maggior numero di patrimoni dell’umanità: da sola infatti rappresenta quasi la metà degli splendori di tutta l’Italia. Sarebbe logico pensare che chi ha fatto il logo sia lontano da tutta questo retaggio culturale, sarebbe logico pensarlo…
Come è logico pensare che in questa scelta ci siano dei problemi, partendo dal metodo con cui è stata individuata l’azienda a cui è stata affidata la comunicazione, fino ad arrivare a quello che, a mio avviso, è uno dei problemi principali di questo progetto: il brief.

Loghi come questo, sono la conseguenza di linee guida banali redatte da amministratori contabili, che non si pongono problemi, se non quelli di budget.

Aproposito pare che il budget stanziato per questo logo e stato di 30000 euro.

Rimaniamo solo con una domanda: Perché? Esattamente cosa volevano comunicare?
Qual è il progetto grafico e di comunicazione dietro questa scritta?

Nessuna eccellenza italiana meriterebbe di essere rappresentata con una scritta, figuriamoci un luogo unico come le terre di Sicilia.

Viva le idee fresche e nuove!