La creatività non va in quarantena, almeno non quella degli studenti di graphic design di IED – Istituto Europeo di Design di Milano.

Può un’emergenza trasformarsi in un’opportunità?
Certo, soprattutto se sei un designer e ogni giorno lavori per migliorare il mondo con il tuo talento. E così il prof. Giuseppe Liuzzo (per noi zio BOB), coordinatore del corso di graphic design di IED Milano è andato oltre ogni possibilità di didattica smart, proponendo una vera e propria challenge ai suoi studenti: un modo per mantenere viva la creatività dei designer di domani, perché il design è espressione ma anche informazione.

Punti di vista e modi di intendere e di vedere una situazione inedita per i cittadini del mondo che siamo diventati. Così abituati a muoverci liberamene, a stringerci e ad abbracciarci e oggi rinchiusi tra quattro mura per la tutela di tutti. Una circostanza senza precedenti che in qualche modo ci ha privato delle più innocue libertà e che in breve tempo si sono annientate nella paura dell’ignoto.

Perché questo è quello che ci spaventa di più, ciò che non conosciamo ma che ognuno a suo modo percepisce.

Nasce così la prima challenge: “Mylan, POSTCARDS FROM QUARANTINE“, una poster-call nata dal gioco di parole simbolico (My – Milan)  destinata agli studenti del corso di graphic design IED per condividere a mezzo social il proprio punto di vista durante il lockdown. Vedersi e vedere Milano in modo inedito, dall’interno (letteralmente).

Sensazioni, sentimenti, mancanze, un mix espressivo che ha dato vita a delle memorie fatte di forme e colori, narrazione di un momento storico che difficilmente dimenticheremo.

Il progetto, ripreso anche su Sky Arte e Repubblica, lo trovate su Behance, QUI.

Col passare dei giorni la situazione non ha subito miglioramenti e così arriva il secondo brief: “THE REAL VIRUS“. Quali sono i mali del nostro tempo? Fake news e razzismo uccidono ogni giorno e da prima che arrivasse il COVID19, che ora potrebbe aiutarci paradossalmente a comprenderne meglio le conseguenze.

QUI il progetto su Behance.

Unica raccomandazione per la chiamata all’arma della creatività:

Let’s the world see how graphic design can tell stories also in this complex moment of our life.

La risposta è stata stupefacente, perché i futuri designer hanno dato vita ad ogni singola voce, rappresentando esattamente tutte le sfaccettature di una vicenda che non è affatto semplice raccontare.

Un successo che ha dato vita alla terza (ultima?) sfida: “STAY CLOSE(D)“, aperta anche a studenti oltreoceano, un meraviglioso ossimoro capace di abbattere qualsiasi barriera.
PARTECIPA ANCHE TU (QUI O QUI), deadline: domenica 29 Marzo entro le 23.59

Un’idea semplice ed immediata che parte da una necessità: Nessuno deve sentirsi solo. Siamo tutti soli, insieme.
La forza della comunicazione visiva sta nel pensiero laterale, un messaggio intelligente, etico e forte che va oltre un semplice like.

Un pensiero forte, che irrompe con brillante prepotenza nella fragilità dei nostri giorni. Come il Prof Liuzzo ci spiega, da futuri designer, i ragazzi hanno bisogno di capire che, in un momento come questo è giusto fare il proprio mestiere. Non sostituirsi a questo o a quel professionista, ma capire che il design non risolve ma punta il dito verso qualcosa, che sia questo un prodotto da comprare o un comportamento da seguire.
L’auspicio è che tutto questo porti ad una maggiore consapevolezza soprattutto nel post-crisi: capire come uscire da questa situazione come designer pensanti, interlocutori culturali e non come banali esteti.
Dunque, non un semplice esercizio creativo, ma l’opportunità concreta di raccontare, da designer, un pezzo di storia.

Alla luce di queste profonde considerazioni su ciò che è il design e su quello che è il suo compito, la comunicazione istituzionale, in questo momento, sta facendo il suo lavoro?
La risposta schietta del professionista e del professore:

Credo che in questo momento un dialogo con chi si occupa di comunicazione dovrebbe essere fondamentale ma capisco anche quanto sia percepito superfluo. Rientrata la crisi, Milano e l’intero paese dovranno ripartire anche dagli studenti. Sono maggiormente loro che si troveranno di fronte un mondo cambiato. Un dopo che non sarà più come prima… Ma potrebbe essere meglio. Poiché bisognerà ricostruire e ripensare modelli sociali per poter comunicare un nuovo modo di vivere.

Un compito non semplice che i futuri professionisti potranno affrontare grazie anche a quei semplici esercizi creativi fatti durante il lockdown che magari tireranno fuori da un cassetto come un semplice ricordo, ma che darà loro un’occasione per riflettere: i designer di domani saranno ciò che saranno anche grazie a questo determinato momento storico.
Anche questo che stiamo vivendo sarà parte della loro formazione, della loro storia e del loro futuro e tutto dipenderà anche da chi oggi gli sta accanto, da lontano.

In bocca al lupo ai designer di domani.

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