Entrare a gamba tesa in un mercato saturo di competitor, affermati e attivi da oltre 20 anni, non è mai semplice. Dove tutti gli altri possono far leva sull’awareness e sulla fiducia ottenute nel tempo, un brand neonato si ritrova non solo a dover costruire la propria credibilità, ma anche a dover lottare con gli altri “pesci grossi di questo oceano rosso”.

È necessaria, quindi, un’attività di comunicazione attenta e precisa, che possa trasmettere un messaggio chiaro, con un tone of voice fresco, in grado di posizionare il brand e creare rapidamente un buon livello di awareness.

Entrare in un nuovo mercato saturo di competitor è come questa pizza

Situazione in cui, certamente, si è ritrovato ho. mobile, operatore virtuale (appartenente al gruppo Vodafone Enabler Italia) che, da circa un anno, è entrato nel mercato della telefonia mobile italiana.

Come si può, dunque, posizionarsi rapidamente in un mercato complesso come quello della telefonia, dove la fiducia e la UX sono elementi chiave che i competitor hanno costruito in decenni di attività?

Ne abbiamo parlato proprio con chi questi fattori li ha valutati e affrontati in prima persona.
Con chi ha studiato ed elaborato una delle campagne più recenti di ho.

L’avrete sicuramente notata sui social. Una campagna del genere, del resto, non può passare inosservata.

Ideata da Bcube (agenzia del gruppo Publicis) ed affidata nella realizzazione a Nerdo, uno studio creativo che annovera nel suo portfolio brand come Netflix, Amazon, Nike, Google, Sky, Rai e Fox.
Come se la rosa dei grandi nomi non fosse già completa, al progetto hanno collaborato anche dei professionisti esterni che hanno supportato Nerdo nel 3D modeling e Rigging.

Chi è Nerdo?

Nerdo è uno studio creativo che da più di dieci anni raccoglie talenti per scrivere, dirigere e produrre storie. L’obiettivo è quello di aiutare i clienti, nazionali e internazionali, a costruire identità visive forti e a promuovere contenuti e brand in modo innovativo e coinvolgente. Ci piace sperimentare nuovi stili e nuove tecniche, siamo per natura poliedrici, non amiamo intraprendere strade scontate e “già viste” e spesso proponiamo soluzioni fuori dall’ordinario. Questo perché preferiamo di gran lunga anticipare un trend, piuttosto che cavalcare l’onda della moda del momento.

Una campagna chiara ed efficace, anche molto simpatica.
Com’è nata l’idea per questo progetto?

L’esigenza era quella di comunicare in tono ironico, fresco, non banale e immediato. Bcube ha studiato il concept del video e ci ha coinvolto nella fase di rappresentazione delle varie scene e nello sviluppo dei characters. La nostra scelta stilistica si è basata molto sulla caratterizzazione dei singoli personaggi, per dare loro un’identità peculiare, per rappresentare uno spaccato della nostra società in ogni sua forma. Quello che unisce poi i vari personaggi sono le situazioni e gli imprevisti, in cui tutti ci possiamo riconoscere e che sono accaduti almeno una volta nella vita a ognuno di noi.

Characters sketch

Come è nato il rapporto con un cliente importante come ho.mobile?

La nostra reputazione, creata e consolidata negli anni grazie a collaborazioni con grandi agenzie e brand come Netflix, Amazon, Nike, Google, ma anche con canali televisivi come Sky, Rai e Fox, è già un ottimo biglietto da visita per i nuovi clienti, che spesso vedono in noi non solo uno studio strutturato, ma una risposta alla loro necessità di comunicare con il giusto tone of voice e anche con quel pizzico di creatività e innovazione che rende il messaggio efficace e memorabile.
La reputazione dello studio gioca un ruolo fondamentale verso i nuovi clienti; saperli guidare verso un buon risultato è la chiave per creare campagne efficaci che destino interesse.




Al progetto hanno collaborato anche dei professionisti esterni. Quali sono stati i criteri ed i metodi per identificarli e selezionarli?

In questo caso siamo noi i “clienti”: vogliamo sempre i collaboratori migliori e più adatti al tipo di progetto che dobbiamo affrontare. Behance, Vimeo e anche Instagram sono gli strumenti che utilizziamo quasi quotidianamente per la ricerca.
Spesso però il contatto arriva attraverso il passaparola ed essendo in buoni rapporti con altri studi simili al nostro è facile avere ottimi suggerimenti.
Una volta selezionati i freelance, fissiamo una call conoscitiva in cui raccontiamo brevemente le nostre esigenze, esponiamo le criticità e valutiamo i vari aspetti tecnici che il progetto richiede. Siamo molto aperti ad ascoltare le proposte creative, perché riteniamo fondamentale il lavoro in team anche con chi collabora con noi dall’esterno, e spesso insieme si riesce a trovare una soluzione migliore per portare a termine il progetto.
Diciamo che le skills fondamentali sono la professionalità, il rispetto delle tempistiche e delle deadlines, flessibilità nell’utilizzo dei vari software e, ultimo ma non meno importante, creatività: noi cerchiamo sempre talenti, non “puri tecnici”.

A questa campagna hanno, infatti, collaborato Giovanni Mauro per il 3D Modeling e Gabriele Pasté per il rigging. Abbiamo scambiato due parole anche con loro:

Giovanni e Gabriele, chi siete e di cosa vi occupate?

Giovanni: mi chiamo Giovanni Mauro, ho 30 anni e sono nato ad Aosta.
Appassionato di 3D fin dai tempi dell’istituto artistico, lavoro in questo campo da ormai 9 anni. Mi occupo principalmente di Modeling, scultping e texturing, ma non mi sono mai fermato a queste branche del 3D, a volte spazio nelle varie produzioni che si affidano a me arrivando anche alla consegna dell’output finale, che può essere una still image o un video. 


Gabriele: mi chiamo Gabriele Pasté, ho 34 anni e sono nato a Ivrea.
Mi occupo di grafica 3D e 2D come generalista freelance, con una predilezione per il rigging e la modellazione sia organica che hard surface, ma in generale mi piace ogni aspetto che riguarda la CG, compresa la parte gaming, sviluppando progetti interattivi, tendenzialmente in Unity.
Inoltre saltuariamente tengo corsi di After Effects, Premiere e Photoshop presso una scuola di Torino.

Giovanni, Tra le molte tecniche disponibili (es: stop motion, illustrazione, ecc) è stato scelto il 3D. Qual è il valore aggiunto che ha apportato al progetto?

Il 3D per alcuni progetti è la scelta migliore. Con un buon setup delle scene, dei rigs e una buona modellazione, si ha tutto il necessario per proseguire. Praticamente, con un buon lavoro iniziale, tramite il successivo lavoro di animazione si possono ottenere infiniti risultati.
Questa soluzione è anche la migliore in termini di budget in molti casi. Fare la stessa cosa in stop motion sarebbe stata probabilmente più lunga e dispendiosa.
Ciò non toglie che ogni tecnica ha il suo particolare fascino (la stop motion è fantastica), ma questo dipende dall’equazione budget/richiesta del cliente.

Gabriele, al progetto hai collaborato come Rigger. In cosa consiste il tuo ruolo?

In breve, il ruolo del rigger consiste nella creazione di quelle “strutture” (principalmente ossa, giunture e controlli) che permettono agli animatori di muovere ciò che i modellatori creano. Per fare un esempio pratico, se consideriamo un essere umano, la modellazione equivale alla pelle, il rig sono le ossa, l’animazione è il movimento nello spazio e nel tempo di questi ultimi.

Quali sono state le difficoltà e le criticità di questo progetto?

Giovanni: questo progetto è andato liscio come l’olio! Per la modellazione e unwrapping dei personaggi, non ho trovato alcuna criticità. Questo perché Nerdo ha un suo stile, ha dei concept artist che ci azzeccano subito e, pur essendo “semplici”, il loro look è efficacissimo. Quest’insieme di fattori ha fatto sì che le difficoltà fossero minime. 

Gabriele: sicuramente una delle criticità maggiori di questo progetto sono state le tempistiche molto strette, ma che grazie all’abilità dei professionisti che ci hanno lavorato, sono state affrontate e superate egregiamente.

I software sono una grande incognita, ce ne sono molti e per svolgere attività fondamentalmente diverse. Per questo progetto quali software avete usato e quali consigliereste di tenere sott’occhio?

Giovanni: ho usato Foundry MODO, il software che prediligo su tutti quando devo modellare. Faccio parte di una minoranza, lo so, ma fino ad’ ora come freelancer non ho trovato grosse difficoltà ad entrare in produzioni basate su altri software.
Passati i file a Gabriele, tutto è migrato su Cinema 4D (software che va alla grande nel panorama italiano).
Se dovessi consigliare un software, personalmente consiglierei Blender. Lo sto osservando da tempo. Ultimamente sta spingendo un sacco, e molte produzioni, soprattutto all’estero, utilizzano questo software open source. 

Gabriele: ho usato Cinema 4D, un software molto versatile e stabile, che permette di sviluppare progetti in maniera efficiente, pratica e veloce.
Lo utilizzo sia per Motion Graphics che per Animazione 3D e progetti in real time.
Sicuramente uno dei software 3D più user friendly che abbia usato!

Torniamo a Nerdo.
Il distanziamento sociale ha finalmente messo davvero alla prova lo smartworking. Voi avete lavorato da remoto o vi siete incontrati per sviluppare questa campagna?

Noi ci siamo da subito attrezzati per lo smart working, avendo addirittura una risorsa rimasta bloccata in un’altra regione a causa della zona rossa abbiamo avuto la prontezza per riorganizzare tutto il workflow da remoto. Con la tecnologia di oggi non è difficile scambiarsi materiale, lo facciamo già con i freelance che collaborano con noi, quindi condividere cartelle e file su server è un’operazione a cui siamo già abituati.
Le riunioni sono state gestite facilmente su Skype e Zoom, sia internamente col team, sia con i ragazzi che ci hanno aiutato, che con il cliente.

Quanto valore date alla possibilità di avere una rete di freelancer (anche in remoto) che vi affiancano in determinati progetti o con determinate skill?

In generale ci appoggiamo a risorse esterne quando il nostro team è già coinvolto su altri progetti, oppure, come in questo caso, quando c’è necessità di lavorare velocemente su aspetti specifici e molto tecnici per questo Giovanni e Gabriele sono riusciti in un’impresa titanica, ma sapevamo già che sarebbero stati in grado di gestire il progetto all’altezza delle nostre aspettative.

Più in generale al giorno d’oggi, grazie appunto ai social e alla possibilità di trovare risorse online, è molto facile trovare nuovi collaboratori e gestirli da remoto. Preferiamo di norma un rapporto con professionisti italiani, ma ci capita anche ci appoggiarci a freelance esteri quando si tratta di alcune figure specifiche, magari difficilmente reperibili in Italia.

Qual è stata la reazione del cliente e del pubblico alla campagna?

La campagna è stata pubblicata sui social di ho. mobile e ha riscosso subito successo, il riscontro è molto positivo proprio perché il pubblico ha apprezzato la freschezza, l’originalità e soprattutto l’ironia. Chi ha visto il video è rimasto soprattutto colpito dalla scena del cagnolino, o si è immedesimato nel ragazzo della pizza, e tutti hanno riso. Questo secondo noi è un segnale importante, perché in un mondo di spot emozionali, spesso ci si dimentica che saper far sorridere e intrattenere rimane un punto fondamentale, soprattutto sui social.

Un risultato che sicuramente conferma non solo le aspettative, ma anche le richieste e le esigenze del cliente. Non possiamo che complimentarci con tutti i creativi che hanno lavorato a questo progetto. Chapeau!

 

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