Generazione Ilas: Intervista a Ilaria Tortoriello
Ilaria Tortoriello nasce a Napoli nel 1986.
Nel 2010 si laurea in arti visive e discipline dello spettacolo all’Accademia Delle Belle Arti di Napoli.
Dal 2012 fino ad oggi lavora come fotografa di cerimonie.
Nel 2013 consegue la specialistica in fotografia all’Accademia delle belle arti di Napoli.
Nel 2014 vince una borsa di studio alla Scuola Romana di Fotografia.
Dal 2015 docente di fotografia presso il Liceo Classico di Formia.
Nel 2017 frequenta il corso di fotografia pubblicitaria presso la ILAS di Napoli.
L’Intervista
(Urania Casciello) Come ti descriveresti?
(Ilaria Tortoriello) Sono una fotografa, che vive la fotografia come esigenza, ci sono persone che scrivono libri e stanno bene nel farlo, io sto bene nel fare fotografia.
Hai sempre saputo di voler fare la fotografa?
No, ho cominciato perché al secondo anno di università, all’Accademia delle belle arti di Napoli era obbligatorio un esame di fotografia, mi sentivo molto lontana da questa disciplina, ma da quel momento non ho più smesso.
Che ricordi hai del tuo percorso alla ilas?
Il ricordo più bello del percorso ILAS è Pierluigi De Simone, maestro e spalla su cui disperare quando non sai come affrontare il tuo lavoro, figura fondamentale e preziosa. Sento molta gratitudine verso di lui e verso questa scuola, un percorso che consiglierei a chiunque abbia voglia di imparare.
© Ilaria Tortoriello
Qual è la sfida più grande (lavorativa) che hai dovuto affrontare?
Sono una persona ansiosa, quindi è sempre una sfida grande per me, qualsiasi tipo di lavoro e di qualsiasi portata, attualmente ho capito che una delle sfide più difficili è aspettare, coltivare un progetto con calma e non farsi fermare dal NO.
Cosa ti affascina del mondo della fotografia?
L’imprevedibilità e il contatto umano.
C’è un fotografo a cui ti ispiri?
Luigi Ghirri, Giovanni Chiaramonte, Alessandra Sanguinetti, Lisetta Carmi, Josef Koudelka e tanti altri. Non ho mai amato un solo fotografo, ho sempre pensato che ogni artista comunichi con una propria lingua personale, unica nel suo genere, quindi se ti svegli un giorno e sai parlare quella lingua vuol dire che fai parte di quella comunicazione, che comprendi quella lingua emozionandoti, anche se fino a quel momento non eri consapevole. Questa è la formula per l’innamoramento.
C’è una fotografia che hai fatto che più ti rappresenta?
Non credo di avere una fotografia che mi possa rappresentare, in questo momento della mia vita sento che il mio punto di vista vuole andare in un’altra direzione, ci sto lavorando molto ed è una condizione difficile e faticosa, due immagini possono essere un po’ figlie di questo caos comunicativo, mi trovo in una fase dove togliere tutto quello che è didascalico e ovvio è la mia regola numero uno.
© Ilaria Tortoriello
Che consiglio daresti a chi si approccia adesso al tuo lavoro?
Non avere fretta, ascoltare e non sentirsi subito Avedon perché la delusione potrebbe essere grande.
Web e Social, forza o debolezza per il tuo lavoro?
Sicuramente forza, siamo in un epoca dove gestire bene il proprio lavoro sul web vuol dire esserci professionalmente, ovviamente poi sono i fatti che contano.
Se la fotografia fosse una ricetta, quale sarebbe?
Spaghetti aglio olio e peperoncino. Un piatto semplice ma non facile.
Hai la possibilità di scegliere come guardare il mondo per un giorno? Scegli Bianco e nero o colori?
Se il mondo per un giorno avesse il viso di mio padre allora sceglierei il bianco e nero, se invece il mondo fosse un posto vuoto e meravigliosamente desolato allora sceglierei il colore.
Tre cose di cui NON si potrebbe fare a meno sulla terra.
Onestà, gentilezza e umanità.
Cosa ti tira giù dal letto la mattina?
Pensare di poter essere una mamma che lavora e che può insegnare a sua figlia come poter guardare la vita con occhi curiosi e mai stanchi.
Cosa dobbiamo aspettarci da te?
Una vita tranquilla e una fotografia mai inutile.
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