Ispirati dal pensiero del filosofo francese Gaston Bachelard, 35 artisti di fama mondiale esplorano il significato poetico degli spazi dell’abitare. Tra i protagonisti: Alex Da Corte, Francisco Moreno, Do Ho Suh, Pipilotti Rist, Doris Salcedo. Ecco un’anticipazione online del nuovo progetto del Dallas Museum of Art.
«La casa è il nostro angolo di mondo, il nostro primo universo», scriveva Gaston Bachelard. Teatro della vita quotidiana per antonomasia, da sempre lo spazio domestico influenza l’immaginazione poetica. Lo aveva intuito bene il filosofo francese, autore del volume La poétique de l’espace (1958): 10 capitoli in cui si esplorano le emozioni evocate dai vari tipi di spazio, dalla struttura di una casa agli interni, fino ai mobili con cui è arredata.
La mostra “For a Dreamer of Houses” organizzata dal Dallas Museum of Art (DMA), in Texas, riflette sull’estetica degli spazi privati come metafora dello sviluppo psicologico e culturale. 54 opere, tra cui molte nuove acquisizioni, firmate da più di 35 artisti provenienti da tutto il mondo esplorano il potere evocativo e immaginifico di oggetti e strutture domestiche. Gli artisti selezionati prediligono forme derivate da dimore e arredi per indagare idee e concetti forti come appartenenza, alienazione, fantasia, gender, corporeità. L’allestimento della mostra corrisponde a 5 capitoli del libro di Bachelard, con importanti nuove acquisizioni in ogni sezione.
Tra le opere selezionate, Rubber Pencil Devil, l’installazione al neon dell’artista concettuale Alex Da Corte, in cui la casa diventa la cornice (surreale) di video e oggetti che rimandano alla pop culture americana. O la monumentale Chapel di Francisco Moreno, che prende in prestito una struttura storica personalizzandola con un collage visivo ricco di riferimenti culturali. Noto per le sue installazioni ispirate ai luoghi in cui ha vissuto,il coreano Do Ho Suh, continua a indagare le segrete connessioni tra spazio e individuo: così ricrea l’ingresso della sua casa d’infanzia nell’opera Hub, 260-10 Sungbook-dong, Sungbook-ku, Seoul, Corea.
«Da tempo gli artisti descrivono da tempo la casa come luogo della scoperta di sé, spazio di incontro e di condivisione», afferma Anna Katherine Brodbeck, la curatrice della mostra. «Questa esposizione offre ora l’opportunità di scoprire come gli artisti contemporanei si stanno confrontando sul tema in modi inaspettati e ambiziosi, sfidando i nostri pregiudizi sulla formazione dell’identità individuale e sul ruolo degli scambi culturali». Con le parole di Bachelard: «La casa non si vive solamente giorno per giorno, sul filo di una storia, nel racconto della nostra storia: attraverso i sogni, le diverse dimore della nostra vita si compenetrano e conservano i tesori dei giorni antichi».
Tutti gli aggiornamenti e le date ufficiali della programmazione, in fase di monitoraggio, si possono consultare in tempo reale a questo link.
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