Emily Crisps. Quando la creatività in pubblicità aiuta la “creatività”

Alle volte la vita ci mette di fronte all’imprevedibile, succede anche in pubblicità. In questi casi, più che l’abilità di sfruttare una situazione nuova con una campagna ad hoc, andrebbe premiato sempre la capacità di correggere una comunicazione già pronta in funzione di una situazione nuova. E farla funzionare ugualmente, se non meglio.

È quanto accaduto ad Emily, una azienda inglese che produce snack veg, patatine di verdure e di frutta fritte sottovuoto a bassa temperatura, che dopo una attenta pianificazione aveva programmato la sua prima uscita in assoluto nell’outdoor advertising con una grande campagna promozionale proprio nel periodo che poi è coinciso con il lockdown in Inghilterra.

Che cosa fare? Anziché rinunciare alla campagna, oppure uscire con qualche poster che avrebbe incoraggiato all’ennesimo #restaacasa, si è deciso per una correzione che con grande senso di autoironia veicola comunque la pubblicità in una maniera che riesce a contenere davvero tutto: il prodotto e l’attenzione per il momento difficile che viene raccontato in una parodia senza nascondere il fallimento dell’impresa. Siamo cioè dalla stessa parte, consumatori e produttore, che in comunicazione equivale a moltiplicare per 1000 il potere del brand attachment. Bello, e bravi.

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Paolo Falasconi{authorlink}

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