«Quando ero piccolo, mi innamoravo di tutto»; cantava Fabrizio De André ed effettivamente è una frase che ben racconta la onnivora curiosità ed enciclopedica passione di quelle persone che si invaghiscono di oggetti antichi oppure di vere e proprie opere d’arte. Alla base di tutto non c’è alcuno “specialismo” per dirlo come avrebbe fatto Calvino ed il fil rouge è proprio il fatto che ogni elemento racconta la storia.

PIERO GEMELLI CON MARIA VITTORIA BARAVELLI A PRANZO CON L’ARTE

Non è forse vero che ogni collezione che si rispetti, si configura come una sorta di diario? Quello di una oscura mania che nasce nel bisogno di trasformare lo scorrere della propria esistenza in una serie di oggetti salvati dalla disperazione o in una serie di immagini cristallizzare fuori dal flusso continuo della storia? Quando parliamo di collezione più o meno spontaneamente portiamo la nostra mente e la nostra memoria a qualcosa di antico, a qualcosa che è sempre pronto a rinnovarsi che non passa mai di moda. Pensiamo a qualcosa di “classico” e infatti la tavola che proponiamo oggi è particolarmente importante per noi e fa proprio riferimento alla classicità nella modernità o meglio a quando nel 1700, si delineò quello che venne successivamente chiamato neoclassicismo.

Ci furono una serie di ragioni per cui il Barocco venne superato. Sicuramente influirono situazioni diverse una tra tutte quella che sarebbe stata una delle scoperte più clamorose di tutti i tempi. Pompei. Una città antichissima risalente all’antica Roma fu trovata sotto metri di terra, perfettamente conservata e per questo fruibile in “3D”.

La notizia fece il giro del mondo ed infervorò gli animi di artisti e studiosi, poeti, architetti, musicisti ed autori. L’amore per il bello, per la perfezione e per l’armonia tipica dei greci e romani tornò ad essere il canone, l’istanza formale da cui partire e la meta che non poteva non essere raggiunta. Un classicismo usato in modo “nuovo” e il cui promotore più convinto fu proprio il generale Napoleone . Non fu l’unico, furono diversi i governi nati sugli ultimi scampoli del 1700 ad adottare una estetica neoclassica per cercare legittimazione attraverso riferimenti alla democrazia dell’antica Grecia e della Roma repubblicana. Questa associazione, questo tentativo di legittimazione attraverso la storia ed il passato generò una particolare attenzione, mai riscontrato prima per la salvaguardia dei patrimoni artistici mondiali. Architetture, opere murarie, mosaici, vasi ed oggetti di ogni tipo. Quelli che ci attraggono nelle bacheche dei musei e che purtroppo non guardiamo mai con l’attenzione e il tempo che vorremmo dedicargli perché collezionare oggetti non è tanto
diverso dal mettere insieme varie fotografie. E in fondo cos’è l’oggetto o la fotografia stessa, se non il desiderio di possedere tutto, entrare nell’eternità, anche attraverso un singolo frammento?

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