Difficile definire Alessandro Mendini: architetto, designer, giornalista, pittore, grafico, regista, scenografo; impresa ardua raccontare il percorso di un uomo che è riuscito per cinquant’anni a stupire con i suoi progetti. Ci prova la mostra Alessandro Mendini: piccole fantasie quotidiane curata da Gianluca Riccio e Arianna Rosica con la collaborazione di Atelier Mendini, indagando la sua storia, ironica e dissacrante, l’intelligenza fantasiosa, oltre al legame che la sua poetica ha creato tra la cultura artistica d’avanguardia e Napoli. Dove le fermate della metropolitana Materdei e Salvator Rosa portano la sua firma.
«Ogni oggetto è frutto di contingenze, di utopie, di scommesse progettuali, di strani umori»
Ispirato a Kandiskij
Patchwork
L’arazzo Kandissone, in cotone lucido e opaco con applicazioni, usato come tovaglia nella mostra Tavole Futuriste di Piero Fornasetti (1979).
L’interno di un interno
A matita e a pennarello
Fa parte della collezione della Triennale di Milano il disegno che Mendini realizzò per una stanza del negozio Dilmos di Milano nel 1991.
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