Il naming è qualcosa che va oltre la semplice pratica di dare il nome ad un brand, è una sorta di vera e propria arte che talvolta non si basa solo sul concepibile, ma che porta ai risultati prefissati, quasi come se fosse una magia.
Il successo di un’azienda non comincia con il prodotto che promuoviamo,
ma dal nome che scegliamo per il brand.
Può un nome, e quindi il processo di naming, essere fautore del destino di un’attività?
Se come dicono gli esperti di marketing le cose stanno così. Scegliere il nome giusto è come un’arte nascosta alla quale si accompagna una certa dose di misticismo.
MA COME DEVE ESSERE UN NOME?
Siamo di fronte a due strade tanto diverse quanto importanti, due metodi di namingche si distinguono per una diversa tipologia di obiettivo.
Ecco quali sono:
Naming generico in cui non vi sono molti giri di parole e significati nascosti, dove nulla viene lasciato all’immaginazione.
Naming distintivo che spesso è più fine e ricercato e non solo dimostra una certa abilità nella scelta del nome per il brand, ma rappresenta una vera arte nel processo di naming.
Facciamo due esempi per comprendere la differenza:
Software buste paga online: un chiaro esempio di naming generico, che non richiede grandi sforzi per capire di cosa si occupi l’azienda che promuove questo articolo. Tale scelta non ha certo richiesto un processo di naming complesso, ma si è scelto di dire con il nome stesso quale sia il tipo di azienda in questione.
Amazon: esempio eccellente di naming distintivo. Pochi sanno l’origine effettiva del nome, che proviene dal Rio delle Amazzoni, a significare che il catalogo offerto è enorme e lunghissimo come il fiume in questione. Si presenta come nome assolutamente unico e che non si confonde con quelli di servizi simili. Per questo motivo, oltre ad avere una grande personalità, mostra che chi lo ha scelto ha in sé uno spiccato senso artistico.
L’ARTE DEL NAMING
L’arte del naming sta nel creare un nome che sia breve, orecchiabile e che oltre a dire fin da subito chi siamo ci distingua nettamente da quella che è la concorrenza. Non è certo un’operazione facile, ma è chiaro che questo passaggio rappresenta per gran parte il destino dell’azienda.
Per un naming di successo si devono tenere presenti almeno 5 regole fondamentali:
- Evitare di utilizzare nomi comuni: nelle ricerche online difficilmente si arriva primi se il nome possiede sul mercato molti concorrenti che si chiamano uguale o in maniera simile. Lo stesso vale per nomi che ricordano libri o film famosi. Il nome del brand dovrà essere unico e originale.
- Non si deve esagerare in eccentricità ed evitare nomi che siano difficili da pronunciare.
- Unione di due parole: scegliendo le due parole giuste si possono ottenere abbinamenti intriganti.
- Spelling alternativo di parole straniere: uno dei più frequenti metodi di naming utilizzato dalle aziende. Un esempio è Flickr che deriva dalla contrazione della parola Flicker.
- Sostituzione alfabetica: ad esempio una ditta che tratta materiale scolastico potrebbe chiamarsi Squola, giocando sul fatto che la parola scuola non si scrive con la Q.
LA MAGIA DEL NAMING
Dove troviamo la magia all’interno di un processo di naming? In quello che il nome scelto evoca nell’utilizzatore finale. Se il nome che viene scelto nella mente delle persone evoca qualcosa, un suono, un’immagine, un simbolo, il processo di naming ha permesso la magia. In un nome infatti, ad essere importante non è solo la fonetica. Ogni nome porta in sé un’immagine visiva, e allo stesso modo riesce a trasmettere un suo carattere.
Quando il processo di naming ha prodotto una parola che riesce a trasmettere un’emozione, vuol dire che la procedura e la scelta finale hanno avuto il successo sperato e di questo ne beneficerà il proprio brand.
Fonte Articolo: webintesta