Non lontano dalla quattrocentesca Porta di Spalen, il più imponente dei tre antichi accessi a Basilea ancora esistenti, uno stretto sentiero conduce a un cortile/giardino con alberi secolari. Un’oasi tranquilla che edifici di inizio secolo proteggono dai rumori della strada. Addossata al muro perimetrale c’è una rimessa per carrozze, aggiunta nel 1889 alla villa che un tempo si trovava nella proprietà. Oltre al locale per le vetture qui c’erano una stalla per i cavalli, un fienile, un deposito per i finimenti e un rudimentale alloggio.
La facciata in mattoni è decorata con pietre angolari e fregi in arenaria.
La struttura è stata acquistata da Andreas Bründler, architetto, e da sua moglie Sandra nel 2018. Il progetto di ristrutturazione si è sviluppato partendo da un dettaglio della facciata, il timpano decorativo in legno con i suoi ampi archi: è nato da qui il «tema circolare» che attraversa tutto l’edificio e che diventa di volta in volta un ritaglio di muro rotondo, una finestra, un dettaglio della ringhiera. «Questa forma geometrica armoniosa, che rompe con l’ortogonalità, ci ha permesso di creare un legame tra l’esistente e il nuovo», spiega l’architetto. «Dietro la facciata storica, due fabbricati diversi sono stati trasformati in un unico edificio residenziale, moderno e con una grande qualità dello spazio».
Insieme al socio Daniel Buchner (con cui nel 1997 ha aperto lo studio Buchner Bründler), Andreas Bründler ha realizzato case private ed edifici pubblici. Tra questi l’ostello Sankt Alban, a Basilea, manifesto purista, e il padiglione svizzero per l’Expo 2010 a Shanghai, edificio ibrido che affrontava i confini tra natura e tecnologia. Gli interni di tutti i loro progetti hanno un aspetto luminoso e arcaico, gli spazi hanno grande apertura, i materiali da costruzione sono selezionati con parsimonia compositiva e poi accostati gli uni agli altri in modo da farli «parlare». Nascono così quegli spazi semplici e dalla forte dimensione fisica che sono diventati la firma dello studio. Questo vale anche per la trasformazione di questa antica rimessa per le carrozze, che è diventata casa per una famiglia di quattro persone.
Una delle sfide, qui, è stata il rapporto con la luce. «I muri a sud-est e sud-ovest, l’esposizione migliore, erano senza finestre. Questo rendeva l’edificio completamente chiuso alla luce diretta», racconta Bründler. La sua idea è stata progettare una struttura in cemento armato all’interno dell’edificio, una casa dentro la casa. Questa struttura di calcestruzzo grezzo si stacca dalle pareti posteriori per creare un effetto spaziale fluttuante. «Volevamo che l’intero volume della struttura fosse riempito di luce dall’alto», prosegue. «Il nostro obiettivo era anche quello di dare alla casa una spazialità più forte e complessa». La ripetizione di aperture circolari crea un gioco visivo, e l’effetto è ulteriormente potenziato dalle finestre girevoli. La luce verticale proveniente dai lucernari sul tetto cade attraverso queste aperture laterali circolari nella struttura delle stanze.
Il piano giardino è un unico ambiente con cucina, sala da pranzo e zona giorno aperte e comunicanti. Le grandi finestre ad arco richiamano le vecchie porte della rimessa e delle stalle. L’intersezione tra le due parti del vecchio edificio è segnata da pareti che disegnano una curva ai lati del camino centrale. La parete anteriore della zona giorno si apre all’esterno con due grandi porte-finestre, che da questo lato permettono di far entrare al massimo la luce del giorno e incorniciano il giardino con la sua vasca d’acqua, che d’estate funge da piscina.
La cucina a isola è in cemento, costruita sul posto, ed è posta davanti a un mobile multifunzione su misura che separa e protegge la biblioteca dall’ingresso. Gli elettrodomestici e gli elementi contenitori sono nascosti dietro la boiserie in rovere massiccio e oleato in cui si mimetizzano le porte da cui si accede a una cabina armadio e a un bagno per gli ospiti.
La scala qui accanto conduce a un’area giochi, in mezzo alle camere dei due bambini, come la camera per gli ospiti. Qui le aperture circolari nella «facciata interna» in cemento portano luce e creano la complessa stratificazione dello spazio che rende questa casa così speciale. La camera da letto e il bagno dei padroni di casa si trovano all’ultimo piano, collegati da un ballatoio dove due mangiatoie in pietra provenienti dalle ex stalle sono state trasformate in lavabi. Una grande finestra-lucernario triangolare apre verso il cielo la camera, che ha pareti in legno dalla tonalità calda e riposante.
Per creare volumi più spaziosi al piano superiore, l’altezza del piano sottostante è stata abbassata a 2,30 metri. Al piano inferiore, invece, è stato mantenuto il soffitto originale con le travi di legno. Alle vecchie travi di sostegno sono stati tolti i rivestimenti e il soffitto in cemento è stato raddoppiato in modo da creare un soppalco. Il pavimento portante precompresso inserito sui nuovi solai ha un aspetto che ricorda la lavorazione a terrazzo. Gli elementi delle pareti in legno di abete segato grezzo sono stati inseriti con tale precisione nella struttura in calcestruzzo che sembrano intarsi, ed evocano la pannellatura originale dell’edificio. Per realizzare questa nuova ossatura della casa sono state utilizzate diverse qualità di cemento: calcestruzzo grigio per la struttura di base (che comprende colonne, pareti e travi); calcestruzzo bianco per i pavimenti, le scale e gli elementi di arredo.
Per arredare la casa, Sandra e Andreas Bründler hanno abbinato alcuni loro progetti con molti classici del design e con opere d’arte contemporanea. Nell’area pranzo, per esempio, il grande tavolo in castagno massiccio è un progetto di Andreas. Mentre le sedie Shanghai in teak oleato (create per il padiglione svizzero all’Expo 2010) sono di Buchner Bründler
Architects per INCHfurniture. Nella zona giorno, la poltrona Diz del brasiliano Sergio Rodrigues è messa accanto al divano in pelle Naviglio di Umberto Asnago e a un tavolino italiano degli anni Ottanta. Un grande dipinto di Thomas Hauri si appoggia al muro dietro il divano, mentre una foto di Daniel Gustav Cramer è esposta dietro il tavolo da pranzo.
Il cortile del giardino è il luogo preferito dalla famiglia: qui giocano (sul prato o in acqua), fanno lavori di bricolage (per esempio costruendo una casetta temporanea per i bambini con le assi avanzate dal restauro del tetto), mangiano e si divertono con gli amici. Due aree di seduta – una direttamente davanti alla casa e una su un patio fatto di frammenti di pietra provenienti dai lavori di ristrutturazione – sono luoghi d’incontro che offrono un posto al sole o all’ombra, a piacere. In quest’oasi verde in mezzo alla città.
Ritrova questo articolo con le fotografie di Christian Schaulin e testo e produzione di Kristina Raderschad a pagina 190 di AD di novembre.
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